"La raccolta differenziata a Savona è ferma al palo da troppo tempo – dichiara Mariella Maffini, super esperta della materia e chiamata da Cristina Battaglia a ricoprire l’incarico di assessore alla qualità della vita in caso di vittoria al ballottaggio di domenica 19 giugno – ci sono ampi spazi di miglioramento".
"Siamo di fronte a una gestione vecchia – continua la Maffini – superata. Lo dicono tutti gli studi nazionali: fare la differenziata con i cassonetti in strada non può superare il 35%, al massimo il 40%. Il livello di Savona, almeno relativo alla media 2015, è molto basso. Basti pensare che il decreto Ronchi del 1998, imponeva il raggiungimento del 35% entro il 2003".
Maffini parla con cognizione di causa avendo fatto parte del gruppo di lavoro che ha scritto i decreti attuativi della normativa che riporta il nome dell’ex ministro dell’ambiente.
“Cosa fare? – risponde Mariella Maffini – Partiremo immediatamente con il porta a porta, con la tariffa puntuale e microcip ai singoli kit distribuiti ai cittadini. È questo l’unico modo per ottenere un doppio risultato: il controllo del singolo utente, ma soprattutto la verifica dell’attività del gestore”.
“Tutto, senza pesare sui cittadini – continua il futuro super assessore della Battaglia – non ci saranno aumenti della Tari, la tassa sui rifiuti, perché con l’aumento della differenziata, avremo delle entrate rispetto ai consorzi di filiera. Basti pensare che una tonnellata di cartone viene pagata 90 euro da Comieco. Vale la stessa cosa per vetro e plastica.
“L’inceneritore – conclude la Maffini – sarebbe in controtendenza, non è mai stato nei nostri programmi. L’Europa impone che entro il 2020 i rifiuti che potranno essere bruciati saranno una percentuale minima”.