Attualità - 11 febbraio 2016, 10:50

Prosegue la querelle tra l'Istituto degli studi liguri e Ciangherotti: l'avvocato Costa replica al consigliere ingauno

"Reiteriamo l’istanza già proposta affinché il Comune, oltre a un attento esame dei conti tra l’Istituto e la Fondazione, controlli accuratamente come sono stati spesi i soldi pubblici degli albenganesi che il Comune ha versato alla Fondazione per l’apertura dei musei "

Prosegue la querelle tra l'Istituto degli studi liguri e Ciangherotti: l'avvocato Costa replica al consigliere ingauno

Prosegue la querelle tra Eraldo Ciangherotti e il Presidente dell'Istituto degli studi liguri. Ad intervenire, questa volta, è l'avvocato Cosimo Costa che replica all'esponente della minoranza ingauna.

"Al dottor Ciangherotti che nella sua veste di consigliere comunale si erge a paladino del buon uso dei soldi pubblici debbo dire che anch’io sono stato per circa vent’anni, da metà anni ’50 a metà anni ’70 del secolo scorso, consigliere e anche assessore del comune di Albenga, ma non mi sono mai permesso di affrontare problemi, anche meno importanti, senza aver approfondito e conosciuto nella loro piena realtà le situazioni oggetto di discussione.
Ciangherotti afferma di aver presentato un esposto alla Procura della Repubblica: non conosco i termini e le valutazioni in esso contenute, ma aspetto di conoscerle per poter rispondere nei dovuti
modi anche in quella sede.
La battaglia contro i mulini a vento instaurata dal dott. Ciangherotti alla don Chisciotte, si risolverà, dopo l’approfondito esame di tutta la contabilità alla base del rapporto di gestione dei musei tra l’Istituto e la Fondazione, con la conferma, ne sono sicuro, dell’esistenza di un debito della
Fondazione verso l’Istituto di oltre 120'000 euro per spese vive sostenute per l’apertura dei musei.
Reiteriamo l’istanza già proposta affinché il Comune, oltre a un attento esame dei conti tra l’Istituto e la Fondazione, controlli accuratamente come sono stati spesi i soldi pubblici degli albenganesi che il Comune ha versato alla Fondazione per l’apertura dei musei e che non sono stati ricevuti
dall’Istituto, in particolare nel periodo in cui era assessore il dott. Ciangherotti.
E forse allora anche la Procura della Repubblica, cui si è rivolto il dott. Ciangherotti, potrebbe avere
interesse a dare uno sguardo.
Il dott. Ciangherotti afferma ancora che i musei di Albenga “sono la vera attrattiva della nostra città per il turismo proveniente da tutto il mondo”. Ne prendiamo atto. Non dice però grazie all’Istituto che li ha voluti, costituiti e mantenuti da oltre settant’anni. A proposito, ricordiamo, perché tutti lo sappiano, che l’Istituto alla fine degli anni ’80 - inizio anni ’90, quando il comune per alcuni anni non ha versato alcun contributo, ha tenuto aperti i musei con mezzi propri, potendo
allora contare su altre entrate; ciò è costato all’Istituto più di 100 milioni di lire.

Nella precedente mia risposta il dott. Ciangherotti è stato invitato in senso lato a un “ravvedimento operoso” per consentire allo stesso di uscire dal ginepraio in cui era entrato: si precisa che in sede penale l’espressione esatta è “pentimento operoso” denominato anche “ravvedimento post
delictum”.
Infine mi levi una curiosità il dott. Ciangherotti: a cosa allude e a chi si riferisce quando cita la frase “excusatio non petita accusatio manifesta”? Me lo spieghi"
.

c.s.

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