Attualità - 27 gennaio 2016, 12:05

Chiusura carcere di Savona, scatta la protesta: "Rischio depotenziamento sicurezza"

La reazione del sindacato del Sappe in seguito alla soppressione del Sant'Agostino. Dubbi sulla costruzione di un nuovo centro penitenziario nella Valle Bormida

Chiusura carcere di Savona, scatta la protesta: "Rischio depotenziamento sicurezza"

E' in corso la manifestazione di protesta degli agenti penitenziari contro la chiusura selvaggia del carcere di Savona: tanti i partecipanti di fronte al comune di Savona in piazza Sisto.

La protesta è partita dal sindacato di categoria - Sappe. Proprio ieri sono giunte dal Ministero di Grazia e Giustizia sulla costruzione di una nuova casa circondariale a Savona: a darne notizia nel corso del consiglio comunale convocato in Palazzo Sisto è stato l’assessore ai Servizi Sociali Isabella Sorgini in risposta all’interpellanza presentata dal consigliere di Noi per Savona – Verdi, Daniela Pongiglione. Ma dal Sappe arriva la contro risposta.

Afferma Roberto Frumento, esponente del Sappe: "La chiusura del carcere di Savona produrrà un effetto a catena difficile da gestire. La situazione già debilitata delle Forze di Polizia dovrà assumersi l'onere del trasporto o a Marassi o a Sanremo. Tutto ciò porterà ad un aggravio per le Forze di Polizia anche per ciò che concerne i trasporti operati tra l'altro non nella maniera più consona come sono in grado di fare gli agenti di Polizia Penitenziaria. Tutto ciò porta ad una minore sicurezza nella pratica, contrariamente ai proclami di sicurezza che si spendono".

Afferma Enzo Colletto del sindacato di polizia: "Sono 56 i detenuti già trasferiti a Marassi e Sanremo, altri tra oggi e domani andranno via. Stiamo attendendo risposte perchè sembra non si abbia l'intenzione di fare un carcere nel savonese. Tutto ciò comporta un aggravio per la sicurezza perchè le Forze di Polizia saranno impegnate nei trasporti degli arrestati lasciando Savona sguarnita".

Michele Lorenzo, segretario del sindacato di polizia penitenziaria: "Stiamo rasentando il ridicolo. La Sorgini parlava ieri di cose che non conosceva. Non si conoscono i progetto, nè i soldi. Per il nuovo carcere in Val Bormida è necessario capire bene di cosa si sta parlando e del concetto di sicurezza. Il Sant'Agostino è chiuso, è soppresso, ma non sappiamo il futuro. Nessuno ci ha detto dove sorgerà il nuovo carcere, in Val Bormida ad Albenga? Il carcere non è un terreno di scontro o politico, ma si deve parlare di progetti reali".

"Un detenuto costa 160 euro al giorno, il 60% ritorna sul territorio per la gestione del detenuto - continua Lorenzo - Questo anche perchè i nostri amministratori non hanno coscienza di cosa voglia dire carcere e sicurezza".

 

Afferma Simona Saccone Tinelli dell'Associazione Custodes Terrae: "Con la chiusura ci saranno molti problemi perchè c'è un fenomeno dilagante di delinquenza. sarà un problema anche per i lavoratori che hanno costruito la loro vita qui con le loro famiglie e ricominciare altrove sarà difficile per loro. Un capoluogo di Provincia deve avere un carcere".

Redazione

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