Curiosità - 23 gennaio 2016, 07:00

Si celebra domani 24 gennaio il Santo patrono dei giornalisti San Francesco di Sales

Francesco di Sales va anzitutto considerato un “uomo ponte” che ha testimoniato la sua fede in un contesto ostile, per lui la controriforma cattolica inizia dal recuperare la propria interiorità.

Si celebra domani 24 gennaio il Santo patrono dei giornalisti San Francesco di Sales

Si celebra domani 24 gennaio il Santo patrono dei giornalisti San Francesco di Sales

Francesco di Sales va anzitutto considerato un “uomo ponte” che ha testimoniato la sua fede in un contesto ostile, per lui la controriforma cattolica inizia dal recuperare la propria interiorità.

Per far questo scrive (si calcola più di 30.000 lettere), predica e parla delle cose di Dio nei colloqui personali.

La sua conversione non cessa di stupire anche quanti non credono. Aveva tutto ma gli mancava l’essenziale. Era convinto che nel trattare con gli uomini, inclusi gli eretici, bisogna sempre evitare “l’aceto”, ma usare la dolcezza, la comprensione, la stima, il dialogo serio e sincero.

“Se sbaglio, voglio sbagliare piuttosto per troppa bontà che per troppo rigore”.

Come prete inizia a vivere una serie di sconfitte. Dal pulpito non è ascoltato così decide di pubblicare dei foglietti volanti, li faceva scivolare sotto gli usci delle case o li affiggeva ai muri. Questo modo di trovare forme nuove di comunicare l’unica Parola di vita convince la Chiesa a mettere sotto la sua protezione la vita dei giornalisti, degli scrittori di quanti diffondono la verità cristiana servendosi dei mezzi di comunicazione sociale … ma anche protettori dei sordomuti.

L’11 dicembre 1622 a Lione dopo una confessione muore per un attacco di apoplessia il 28 dicembre.

Il 24 gennaio 1623 il suo corpo è traslato ad Annecy, nella chiesa oggi a lui dedicata, poco dopo viene portato nella basilica della Visitation, sulla collina adiacente alla città, accanto a Santa Giovanna Francesca di Chantal perché posa essere visitato dalla gente.

È beatificato il 8 gennaio 1662, dopo tre anni dopo è canonizzato (19 aprile 1665) dal pontefice Alessandro VII.

Nel 1877 è proclamato Dottore della Chiesa mentre dal 1923 è patrono dei giornalisti.

Ai giornalisti lascia il suo testamento: “Non è per la grandezza delle nostre azioni che noi piaceremo a Dio, ma per l’amore con cui le compiamo”.

Ci ha lasciato scritto: “Vi garantisco che ogni volta che sono ricorso a repliche pungenti, ho dovuto pentirmene. Gli uomini fanno di più per amore e carità che per severità e rigore”.

È il suo invito per essere bravi giornalisti oggi, sotto la sua protezione.

Il Vescovo Coadiutore di Albenga Guglielmo Borghetti, oggi, in tale ricorrenza incontrerà alcuni giornalisti

Mara Cacace

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