"Per quanto riguarda i tagli graduali che negli ultimi 5 anni ha subito il Teatro dell'Opera Giocosa, il quale sovraintende, con l'emerito Dott. Gallacci, il calendario, l'organizzazione e la presenza stessa della Lirica a Savona, nel contesto del baratro sempre più grave del debito pubblico italiano, accumulato anche dall'ultimo governo Renzi, credo che i fondi stanziati dai vari enti istituzionali, calati da 1 milione agli attuali 650 mila euro, non dovrebbe portare alla chiusura di un ramo teatrale convenzionato dal 1986 con il Teatro Chiabrera che, nella stagione estiva, porta nella splendida cornice del Priamar, illustri opere melodrammatiche, come il Trovatore o la Carmen, con la presenza di più di seimila spettatori". Cosi commenta Fausto Benvenuto, Vicepresidente III Commissione Promozione Sociale e Cultura – Savona
"Occupandomi di Welfare credo che lo Stato Sociale venga molto prima dell'intrattenimento culturale e quindi anche della lirica, tuttavia trattandosi di un Ente autonomo dei Teatri di Tradizione, riconosciuto dal Ministero deputato alla Cultura, sono convinto che, a livello locale, sia possibile reperire quei 70/80 mila euro necessari per non far decadere questa importante istituzione che illustra il nostro patrimonio culturale"
"Coerente con le logiche prioritarie di uno Stato civile, certamente, se per tenere in piedi il Teatro dedicato alla lirica maggiore dell'Opera Giocosa, fossero necessari milioni di euro, come per la terza piscina comunale o per il faraonico investimento da 12 milioni per ristrutturare Palazzo della Rovere, con il trasferimento di una Facoltà universitaria e della Biblioteca, il mio no no, senza dettagli del diavolo, al melodramma e all'opera lirica in generale sarebbe deciso".
"Eppure trattandosi di poche decine di migliaia di euro auspico che la Regione in primis, attraverso l'assessore alla Cultura, Ilaria Cavo, di concerto con la giunta comunale e l'importante Fondazione De Mari, trovino gli sponsor ed i fondi necessari" conclude Benvenuto.