Etica, autenticità, identità locale ma anche memoria storica ed attenzione al territorio ed alle peculiarità tradizionali, al turismo lento contro la mercificazione e l’erosione fisica e culturale del territorio.
E’ la riscoperta dei valori in chiave promozionale, in estrema sintesi, l’importante messaggio del convegno che si è tenuto sabato scorso a Finalborgo ed intitolato “Valorizzazione dei piccoli borghi, qualità del vivere e sviluppo economico: il caso di Finalborgo” promosso da comune di Finale Ligure, associazione Finalborgo.it e Polis Maker Lab. del Politecnico di Milano.
La forza della cultura intesa non solo nel proporre eventi di livello ma soprattutto come principio ispiratore e fondante di ogni seria politica di marketing volta ad identificare, spiegare, valorizzare e conservare i tratti distintivi di ogni destinazione turistica, rendendola unica.
“Sentiamo spesso frasi sull’inutilità della cultura nel turismo” commenta Paolo Folco di Finalborgo.it ”troppo spesso si trascura l’impatto indiretto ma di grande portata che questa ha nell’attrarre e fidelizzare il turista-ospite”.
I relatori hanno esplicitamente evidenziato il rapporto tra cultura e ritorni economici spiegando come la prima, sapientemente utilizzata, contribuisca a creare quella particolare atmosfera autentica e distintiva che fa scoccare la scintilla e regala emozioni uniche al visitatore. È la cultura che preserva le piccole località dal diventare un luogo stereotipato e massificato, un non-luogo destinato al progressivo ed inesorabile deterioramento sociale ed economico.
Nessuna ricetta facile quindi per incrementare i flussi turistici ma un lento e profondo lavoro volto a capire chi si è e dove si vuole andare.
Dall’analisi del “caso Finalborgo” le indicazioni guida di come iniziare a costruire nel tempo l’auspicato “caso finalese”. Il dibattito è aperto.