Attualità - 26 giugno 2015, 17:36

Un quarto di secolo per i pazienti: in pensione il primario della radioterapia del San Paolo

Il dottor Corrado Marziano venne nominato nel 1991 e fu quello che portò il reparto dal vecchio al nuovo ospedale:"Io rappresento la preistoria, la storia ed il futuro di questo mestiere"

Un quarto di secolo per i pazienti: in pensione il primario della radioterapia del San Paolo

Dopo più di 24 anni lascio la direzione della radioterapia di Savona”. Con queste parole si apre la lettera di saluto del Dottor Corrado Marziano, primario del reparto dell’ospedale San Paolo, che andrà in pensione il prossimo 2 luglio. Laureatosi nel 1972 all’Università di Catania, dopo una tesii sperimentale in gastroenterologia, che prevedeva l’impiego dei raggi, decise di diventare radiologo.

Siciliano di origine, dopo poco tempo si trasferì in Liguria e nel 1991 divenne il primario della radioterapia di Savona, l’’unica struttura ancora rimasta “prigioniera” del vecchio San Paolo. All’epoca l’attrezzatura era composta  da una tele cobaltoterapia e un’apparecchiatura di brachiterapia after-loading. “Io rappresento, spiega il medico, la preistoria, la storia ed il futuro di questo mestiere: quando ho iniziato lavoravamo con i sistemi di calcolo. Dopo essere arrivato a Savona e aver affrontato mille difficoltà e problemi, siamo riusciti ad ottenere i finanziamenti regionali per realizzare la nuova Radioterapia, inaugurata nel 1997”.

Negli ultimi diciotto anni il reparto è cresciuto molto e si è trasformato notevolmente: sono stati installati macchinari di ultima generazione che permettono di effettuare innovative tecniche radioterapiche. “Ora, spiega il Dott. Marziano, mi dedicherò a fare il nonno. Mi mancheranno i colleghi, tutta l’equipe da me diretta, a cui vanno i miei ringraziamenti e non poter vedere all’opera le strumentazioni scelte da me”.

“Un grazie particolare va ai pazienti da me trattati nel corso degli anni,  che ho cercato di curare con professionalità, ma soprattutto con tanta umanità per trasmettere in loro la serenità di cui, per le loro particolari patologie, avevano bisogno”, conclude il Primario

Cinzia Gatti

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