“La storia dell’Autosilos di Piazza Donatori di sangue è sbagliata sin dall’inizio. Prima il debito ricadeva sulle spalle dei finalesi, ora dei commercianti”. Serata dai toni accesi ieri sera a Finale Ligure: tema al centro dell’incontro, al quale ha preso parte l’amministrazione cittadina, la situazione dei parcheggi. In una gremita Sala Gallesio è andato in scena un vivo dibattito che ha visto protagonisti il sindaco Ugo Frascherelli, gli assessori e Fulvio Carzolio di Finale Ambiente da una parte e i moltissimi negozianti e residenti di Finale. Una sorta di match di tennis, con decisi colpiti di dritti e rovescio.
“Ristabilire la tariffazione prevista dal bando originale, ha commentato il primo cittadino, non è stata un’operazione di cassa, ma ripristinare semplicemente quanto stabilito per legge e cercare di ottenere il pareggio di bilancio”. “Annualmente, ha proseguito il sindaco, l’Autosilos ha una perdita di circa 150mila euro: l’obiettivo della nostra proposta è di razionalizzare quanto esistente”. Ieri sera l’amministrazione cittadina ha dunque presentato il piano finanziario che prevede un introito di 389mila euro, dal 1 giugno al 30 settembre, considerando un’occupazione del 65% del multipiano di Piazza Donatori di Sangue dalle 8 alle 24 per un costo orario unitario di 1,60 euro. Considerando anche il periodo invernale, che va dal 1 ottobre al 31 maggio, per un prezzo di 1,30, annualmente Finale Ambiente stima di incassare 608mila.
“Il piano finanziario che avete fatto, ha commentato il direttore di banca Presotto, è sbagliato. Voi avete fatto un semplice calcolo matematico, ma andava fatta un’equazione sul medio-periodo. La variabile negativa di cui non avete tenuto conto è quella che, a fronte di un aumento del costo, ci sarà anche un calo di utenza. In sostanza quanto incassato sarà poco di più della cifra attuale e il danno sociale per il paese sarà alto”.
Estremamente lungo e composito l’intervento di Simona Simonetti che ha ripercorso la genesi della struttura. “Nel 2007 parteciparono al bando di gara solo dieci aziende e alla fine solo una fece un’offerta: si trattava di un’associazione temporanea di impresa costituita all’80% da Cooperativa edile romagnola e da un 20% di Finale Ambiente. All’epoca si era stimato un guadagno di circa 680mila annui, ma a distanza di anni si è visto che il Silos è in perdita e la differenza ora viene pagata dai finalesi”. Nel 2011 la Cooperativa ha ceduto il 79% delle quote, quindi tenendo solo l’1%, a Finale Ambiente. “All’epoca, prosegue il consigliere di minoranza, si sapeva già che il Silos non rendeva quanto stimato: solo io e Matteo Piccardi ci opponemmo. Ricordo però che in opposizione c’erano diverse persone che ora siedono in maggioranza”.
La parte del leone l’hanno fatta però i molti commercianti del centro cittadino: il Silos veniva usato principalmente da loro, così come dai finalesi, per parcheggiare la macchina ad un prezzo ridotto. Non è un mistero, infatti, che la mancanza di stalli sia uno dei problemi maggiori di Finale, al quale l’amministrazione Richeri aveva cercato di rispondere riducendo le tariffe. “Quello che vorrei sapere, ha tuonato la commerciante, è quante sono le tessere paganti per i residenti, quanti per i commercianti e i parcheggi totali su Finale: se non avete idea di queste cose come potete fare un piano finanziario?”. Precisa anche la presa di posizione del Presidente dell’Ascom Fabrizio Fasciolo:”E’ vero che ora il silos è in perdita e genera un debito. Ma è altrettanto vero che è un bene immobile e anche questo va considerato nei calcoli”.
Nel corso della serata i negozianti hanno quindi chiesto di ripristinare le riduzioni, una soluzione caldeggiata anche da Simona Simonetti:”E’ vero che il bando di gara fissa un costo orario unitario per il Silos di 1,60 euro, ma è altrettanto vero che sono previsti sconti per i residenti. Si potrebbe pensare di applicare le tariffe inferiori il lunedì, martedì, mercoledì e venerdì.” A replicare in questo caso l’assessore alla Polizia Municipale Andrea Guzzi:”Nel 2012 il Consiglio Comunale approvò tramite una delibera l’abbassamento delle tariffe, dietro l’obbligo di presentare un piano finanziario di rientro, cosa che in tre anni non è mai stato fatto. Quel documento dunque è illegittimo e non abbiamo voluto semplicemente fare un discorso di legittimità”.