Lettera aperta di "Insieme per Cambiare" al Presidente Claudio Burlando, all'assessore regionale Giovanni Barbagallo e alla senatrice Donatella Albenga sull'Imu agricola
"La rivalutazione degli estimi catastali ai fini del pagamento dell’IMU sui terreni costituisce per gli agricoltori liguri una fonte di grossa preoccupazione per gli ulteriori costi che scarica sulle loro aziende e per la palese sperequazione nell’applicazione della tassa nelle diverse aree della penisola.
Comparando i redditi dominicali delle varie aree del paese risulta evidente la marcata difformità dei costi per terreni con una stessa coltura.
Poniamo il caso di un'azienda floricola ubicata nel comune di Sanremo: essa ha un reddito dominicale, (da questo si determinano gli imponibili ai fini Irpef, IMU, ecc.) ben 5 volte superiore ad un'azienda di Viareggio, ben 10 volte ad un'azienda dell' Agro-Pontino e ben 33 volte rispetto ad un'azienda collocata in quel di Terlizzi. Aggiungendo gli ulteriori meccanismi – rivalutazione/moltiplicatore - che determinano il valore finale dell’imposta, il divario aumenta in modo esponenziale.
Gli estimi applicati in Liguria sono stati stabiliti negli anni 30 quando l’agricoltura e la floricoltura della nostra regione erano il fiore all’occhiello della nazione. Le primizie di Albenga, i fiori di Sanremo, il basilico genovese sono stati tra i primi prodotti che hanno fatto grande il nome dell’agroalimentare italiano.
Sicuramente erano gli anni in cui non vi era la concorrenza degli Stati limitrofi ne' tantomeno dei Paesi africani ( pomodori dal Marocco, rose dal Kenia, etc.) o di produttori ancora più lontani. Ma i tempi sono cambiati e, nel 2015 il mercato è globale e i prezzi dei prodotti si sono uniformati per tutti.
Risulta particolarmente difficile ritenere equa ed accettabile l’imposizione dei nuovi estimi catastali se oltre a quanto già rimarcato si pensa al fatto che la Liguria ha un territorio ricco di terrazzamenti ed aree impervie di difficile coltivazione, che non possono sicuramente essere equiparate all'Agro-Pontino o al Tavoliere delle Puglie, dove, tuttavia vengono applicate tariffe ben più basse.
Nella congiuntura attuale spesso i costi per le aziende risultano insostenibili. Confrontando i dati ISTAT del '2000 con quelli del '2010 ci si rende conto che in Liguria hanno chiuso più di 20.000 aziende agricole ( - 46%) . Tre aziende su quattro hanno mutui bancari, due aziende su quattro hanno fidi di cassa. Il destino di tante altre aziende liguri è in forse e le ricadute a livello sociale ed ambientale potrebbero essere particolarmente gravi: perdita di posti di lavoro, conseguenze sull’indotto, degrado del territorio.
Confidando nella vostra sensibilità Vi invitiamo a valutare la possibilità di mettere in atto i correttivi idonei a ridurre gli eccessi e le iniquità nell’applicazione degli attuali estimi catastali in Liguria".