Attualità - 17 febbraio 2015, 09:15

Il timore per quanto sta accadendo in Libia anche e soprattutto nelle comunità musulmane

Roberto Hamza Piccardo, vicepresidente della Fondazione dei musulmani d’Albenga e membro fondatore dell’UCOII “Chiusa l'ambasciata , rimpatriati i connazionali, stanno preparando un'altra guerra. Porterà dolore e morte e non risolverà alcunché. Allah ci protegga da tutti i guerrafondai idioti e scriteriati”.

Il timore per quanto sta accadendo in Libia anche e soprattutto nelle comunità musulmane

L’Italia abbandona la  Libia e scatta in tutto il nostro Paese, anzi in tutta Europa, il timore della guerra.

La paura imperversa non solo tra i cattolici, ma anche tra i musulmani, proprio oggi afferma Roberto Hamza Piccardo, vicepresidente della Fondazione dei musulmani d’Albenga e membro fondatore dell’UCOII “Chiusa l'ambasciata , rimpatriati i connazionali, stanno preparando un'altra guerra. Porterà dolore e morte e non risolverà alcunché. Allah ci protegga da tutti i guerrafondai idioti e scriteriati”.

Una presa di posizione importante che conferma quanto già affermato a seguito dell’attentato terroristico a Charlie Hebdo.

Continua Piccardo “I musulmani sono le prime vittime dell’Isis, basta guardare alle migliaia di vittime dei bombardamenti. Quello che si deve capire è che musulmano non vuol dire terrorista dell’Isis e che questa guerra è determinata da interessi economici dati dalle risorse che sono presenti in Libia, non da fattori religiosi”.

A questo punto l’unica soluzione che si potrebbe prospettare a mio avviso sarebbe quella di aiutare il governo di tripoli a risolvere le proprie questioni interne, bombardare quel paese serve a poco anche perché dobbiamo tenere conto che non siamo più di fronte ad una tipologia di guerra fatta da trincee e confini chiari, ma è un conflitto asimmetrico e in qualunque parte del mondo individui isolati potrebbero compiere gesti estremi proprio per l’ideologia inculcata loro che li porta a non dare valore alla propria vita” .

Conclude Piccardo “Il rischio di attentati è ovunque, ma proprio per questo una guerra non credo possa portare a nulla di positivo, bisogna creare un governo libico forte, ma forse qualcuno non ha interesse a farlo. La religione e il musulmanesimo in questo caso non centra”.

Ed allora il messaggio che vuole lanciare  Roberto Hamza Piccardo è che musulmano non vuol dire terrorista e sebbene viene percepito il timore da parte della popolazione molte sono anche le manifestazioni di vicinanza e solidarietà nei confronti della comunità islamica.

Conclude Piccardo “Lanciare un messaggio locale sulla comunità di Imperia piuttosto che su quella di Albenga in questo caso è difficile, il discorso è nazionale e deve essere affrontato a quel livello in maniera chiara e decisa ricordando che sono per l’appunto proprio le nostre comunità a subire gli effetti peggiori di queste tristi e sanguinose vicende”.

 

Mara Cacace

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