Agricoltura - 24 agosto 2014, 08:34

Allarme nel Savonese per la diffusione della Piralide del Bosso. Necessità di interventi rapidi

La notizia importante è che le piante colpite possono essere recuperate quando opportunamente trattate ed è per questo che si auspica un controllo capillare del territorio

Allarme nel Savonese per la diffusione della Piralide del Bosso. Necessità di interventi rapidi

Allarme nel savonese per la diffusione della pericolosa “Piralide del Bosso” e costernazione tra gli abitanti di Finale Ligure per i danni provocati da questo parassita nel cimitero di Finalborgo (foto).

Ci sono purtroppo altre segnalazioni della sua presenza nei dintorni di Loano, mentre Savona e Albenga sembrano essere ancora immuni dall'attacco di questo agente che distrugge un patrimonio verde caratteristico del nostro paesaggio.

Questo terribile agente infestante è un insetto originario dell'Asia giunto in Europa, in Germania nel 2007, con piante di Bosso infette. Il parassita si propagò successivamente in Svizzera, Francia, Austria e, nel 2009, in Olanda.

Il primo attacco al nostro diffuso patrimonio di siepi verdi avvenne in Lombardia nel 2011.

In Francia, nel 2013, la Piralide portò alla completa defoliazione di estese superfici di Bosso a Buxberg in Alsazia.

Attualmente l'areale di diffusione è in espansione , per questo motivo l'EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization) ha inserito questo agente infestante nella “lista di allerta” e tutti gli agronomi che controllano il patrimonio verde pubblico e privato ne devono tener conto. Molti giardini privati ospitano bellissime siepi di Bosso.

Nonostante le sue capacità di volo, l'insetto è considerato un “autostoppista” poiché può giungere in territori molto lontano tra loro trasportato da persone che portano piante già attaccate, contenenti le sue larve.

Il lepidottero -farfalla- di questa Piralide può defogliare in poco tempo centinaia di metri di siepi di Bosso. La sua larva appena nata si nutre della pagina inferiore della foglia e della parte ancora verde dei nuovi rami.

Le siepi colpite manifestano prima diffusi ingiallimenti che, a prima vista, possono essere scambiati per attacchi di agenti fungini, ma un esame attento rivela la presenza di tracce larvali.

Gli agronomi sanno come intervenire in modo efficace con diverse tecniche di difesa e cura capaci di evitare la morte della pianta.

La notizia importante è che le piante colpite possono essere recuperate quando opportunamente trattate ed è per questo che si auspica un controllo capillare del territorio.

Esistono trattamenti di prevenzione e curativi con mezzi biologici che fortunatamente esistono, evitando l'uso di prodotti fitosanitari di natura tossica.

 

 

Il Portavoce dei “Verdi” savonesi,

Gabriello Castellazzi

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