Attualità - 14 giugno 2014, 08:28

La giustizia ligure rallenta le imprese

In Liguria i tempi della giustizia civile sono più lunghi di quasi un anno rispetto alla media europea e i più colpiti sono gli artigiani

La giustizia ligure rallenta le imprese

In Liguria il “fare impresa” è ostacolato anche dai tempi della giustizia
civile: considerata dalla Banca Mondiale tra i principali indicatori per
valutare il contesto di imprenditorialità di un Paese, la tempistica della
giustizia civile in Italia raggiunge la media record di 1.132 giorni,
contro i 544 dell’Unione europea. Secondo l’Ufficio studi di
Confartigianato su dati ministero della Giustizia, il tribunale di Genova
(che comprende i circondari di Savona, La Spezia, Chiavari, Imperia,
Sanremo e Massa) fa aspettare quasi un anno in più della media europea:
ben 872 giorni per concludere un procedimento civile (al sesto posto sui
26 tribunali ordinari italiani). Nelle ultime posizioni Messina (1.989
giorni), Salerno (1.897), Potenza (1.831) e Catanzaro (1.704); nelle
prime, tra i distretti più virtuosi, Torino (666 giorni), Trieste (655) e
Trento (601). Anche in quest’ultimo distretto italiano più virtuoso si
rilevano tempi dei procedimenti civili superiori del 10,5% alla media di
544 giorni nell’Ue a 27.
Un’attesa che si traduce in un considerevole dispendio di energie,
soprattutto economiche, per gli oltre 582 mila titolari di micro e piccole
imprese coinvolti in cause civili, di cui oltre 191 mila artigiani: i
costi che gravano sulle imprese per i ritardi della giustizia
ammonterebbero a 1.032 milioni di euro. Di questi, 488 milioni derivano da
ritardi nelle cause di recupero crediti, mentre per i rimanenti 543
milioni si tratta di fallimenti. «I tempi della giustizia civile – spiega
Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – influiscono in
generale sulle linee di sviluppo fisiologico delle imprese e
contribuiscono a tenerle più piccole: il fattore giustizia influenza
negativamente la produttività delle imprese, soprattutto quelle di minore
dimensione, nelle quali non sono presenti unità specializzate nella
gestione del contenzioso. I dati confermano questa chiave di lettura:
all'aumento della dimensione media aziendale, corrisponde una diminuzione
della durata delle cause civili. Per questi motivi l’artigianato ligure è
il settore più penalizzato».
Negli ambiti più strettamente legati alla vita delle imprese, la maggiore
incidenza delle cause è per il lavoro (20,5%), seguito da contrasti tra
cliente e fornitore (14,4%), assicurazione e banca (10,3%) e fallimento e
diritto societario commerciale (7,4%). Tra imprenditori e lavoratori
autonomi coinvolti in una causa civile, nell'81,4% dei casi il grado di
giudizio dell'ultimo procedimento è risolto in tribunale, il 14,8% presso
un giudice di pace, l’1,2% in Corte di cassazione e solo lo 0,9% in Corte
di appello.
Per gli ambiti prevalentemente extra-professionali invece la maggior
incidenza di cause è legata alla famiglia (38,2%), seguito da contrasti
condominiali/vicinato (6,9%)e sfratto (5,8%).
Il 5,9% dei lavoratori indipendenti poteva avviare una causa civile ma ha
deciso di non farlo. I motivi sono dati dal costo eccessivo rispetto ai
vantaggi (33,7%), la risoluzione per proprio conto (25,0%), l'eccessiva
durata della causa (24,9%), il risultato incerto (18,4%), la complessità
delle procedure (16,6%) e la mancata disponibilità delle somme per
accedere al procedimento (13,2%).
Secondo gli imprenditori e lavoratori autonomi l'aspetto della giustizia
civile che andrebbe prioritariamente migliorato è la durata della causa,
indicato in 3 casi su 4 (75,4%), seguito dalla semplificazione della
burocrazia (57,6%), puntualità delle udienze (31,6%), disponibilità dei
giudici (30,7%), chiarezza sul costo complessivo (27,7%), correttezza
degli avvocati (24,4%), chiarezza sulla durata (23,2%), chiarezza sulla
parcella (22,1%) e dalla chiarezza sulla possibilità di successo (20,6%);
più contenute le indicazioni di miglioramento sull’imparzialità dei
giudici (18,7%), la competenza avvocati (17,4%), la chiarezza informazioni
(16,3%) e la reperibilità degli avvocati (10,4%).
Circa la metà dei lavoratori indipendenti conosce le forme alternative
della giustizia civile; l'arbitrato è rilevato nel 47,2% dei casi, mentre
il 50,3% è a conoscenza della mediazione civile: un procedimento ordinario
portato avanti con questa forma alternativa dura in media 88 giorni e nei
venti mesi di obbligatorietà della stessa (da fine marzo 2011 a metà
dicembre 2012), la mediazione civile ha determinato un risparmio di 420
milioni di euro a imprese e famiglie. Allo stesso modo, le oltre 42 mila
conciliazioni gestite dalle Camere di Commercio presentano una durata
media di 46 giorni e una stima di risparmio per imprese e famiglie di 130
milioni di euro

c.s.

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