Attualità - 13 giugno 2014, 10:40

Tirreno Power ad alta tensione: i lavoratori si incatenano

Fulvia Veirana: "Tre presidi ad oltranza, uno davanti alla Prefettura, uno a Porto Vado e uno davanti al comune di Quiliano, finchè non arriverà la data di convocazione al Ministero"

Tirreno Power ad alta tensione: i lavoratori si incatenano

Tensione, rabbia, preoccupazione: si apre un'estate rovente per i lavoratori di Tirreno Power presenti questa mattina coinfuse di Porto Vado e uno al comune di Quiliano.

I lavoratori ed i sindacati si sono incatenati questa mattina in piazza Saffi. A spiegare le motivazioni del gesto il segretario provinciale CGIL Fulvia Veirana: "C'è stato un cambio di velocità nella vertenza Tirreno Power., l'azienda ha dichiarato i licenziamenti per i gruppi a carbone, oltre agli esuberi che avevano già annunciato. Per Vado Ligure sono dunque coinvolti 160 lavoratori diretti più 200 indotto".

"In seconda battuta - prosegue Fulvia Veirana - dopo la sospensione dell'Aia da parte del Ministero dell'Ambiente rischiamo di vedere precipitare la situazione. Noi siamo incatenati qua perchè vogliamo che il Governo si occupi della nostra situazione e che ci scriva le regole con le quali il sito di Vado può tornare a produrre, rispettando l'ambiente e la salute delle persone. Ci sono 600 famiglie che rischiano di perdere il lavoro senza benefici ambientali. Siamo incatenati davanti alla Prefettura, al TRI di Vado e al comune di Quiliano perchè il Governo promuova il prima possibile un incontro con il Ministero dell'Ambiente, dello Sviluppo Economico, del Lavoro e della Salute per monitorare la salute dei cittadini. E' giunto il momento in cui qualcuno prenda le sue responsabilità".

Dopo la notifica della sospensione dell’AIA e la dichiarazione da parte dell'azienda dell'avvio delle procedure di licenziamento e di aumento degli esuberi che dai 191 a livello nazionale sono aumentati di 127 sul sito di Vado (che nel caso di sospensione degli impianti si aggiungeranno ai 35 già annunciati) ogni equilibrio si è rotto. Ieri nell'assemblea infuocata tenuta dalle 14.45 tra i dipendenti di Tirreno Power e i rappresentanti sindacali si è scelta la linea dura: protestare ad oltranza.

Non si vede il futuro con l’aumento degli esuberi e l’emergenza occupazionale. Aumento degli esuberi determinato dalla notifica da parte del Ministero dell'Ambiente della sospensione dell'AIA per i gruppi a carbone VL3 e VL4 della centrale. La notifica, motivata dal Ministero dell'Ambiente per la mancata costruzione nei termini del gruppo VL6, si affianca al sequestro disposto dalla Procura della Repubblica di Savona che da marzo ha portato la centrale e l'intera città di Vado in un "limbo infernale".

Oggi davanti alla Prefettura i lavoratori pretendono e richiedono risposte. Sindacati e dipendenti si uniscono alla lettera firmata dai sindaci di Vado Ligure Monica Giuliano e di Quiliano, Alberto Ferrando per esprime l’urgenza di convocare al più presto un tavolo interministeriale sulla Tirreno Power di Vado Ligure e trovare una soluzione sugli esuberi.

Ora, l'accettazione o meno dell'istanza di dissequestro e della nuova AIA presentata dall'azienda sarà determinante per le sorti della centrale.

Presenti al presidio davanti alla Prefettura di Savona, in segno di solidarietà, anche i lavoratori della Bombardier.

Debora Geido e Cinzia Gatti

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