Attualità - 02 aprile 2014, 07:10

Quale nesso tra i dati dell'Arpal e l'indagine Tirreno Power? Sembrerebbe nessuno

Le centraline misurano la qualità dell'aria in generale, non relativa unicamente alla centrale di Vado e si trovano pertanto sottoposte a tutte le pressioni del contesto urbano, dai gas di scarico delle macchine ai contributi delle caldaie ed anche il meteo incide

Quale nesso tra i dati dell'Arpal e l'indagine Tirreno Power? Sembrerebbe nessuno

Partiamo dalla cronaca: la Procura di Savona il 18 febbraio 2014 ha affermato che tra il 2000 ed il 2007 ci sono stati 400 morti, 450 bambini e oltre 1700 adulti ricoverati per patologie respiratorie, numeri  che i consulenti della stessa attribuiscono esclusivamente alla centrale Tirreno Power. (clicca qui per il pezzo).

L'11 marzo il gip Fiorenza Giorgi ha accolto l'stanza della Procura e dato esecuzione al sequestro della centrale Tirreno Power, bloccando di fatto l'attività del colosso del carbone.

La scelta del sequestro arriva infatti dal complesso delle violazioni, rispetto all'AIA, constatate anche dal verbale dell'ISPRA e dei risultati delle perizie medico epidemiologiche e ambientali. Secondo la Procura sarebbe confermato il nesso di causalità tra la centrale e le ricadute sulla salute. Per le ricadute ambientali sono stati considerati diversi indici, e risulterebbe critica la "rarefazione lichenica" nell'area intorno la centrale. Seconda l'accusa la centrale "non avrebbe fatto nulla per limitare i danni alla salute e all'ambiente" e rispettare le prescrizioni dell'AIA.

Contestata la mancata installazione dello SME a camino (Sistema Monitoraggio Emissioni) che l'azienda avrebbe dovuto posizionare sulla cima di una delle due ciminiere per controllare i livelli delle emissioni. Viene contestata anche la mancata copertura del parco carbonile e il superamento nell’olio combustibile utilizzato per l’avviamento del livello di zolfo massimo previsto dell' 0,3% (l'azienda ne avrebbe usato invece tra lo 0,3% e l'1%).

Oggi sono cominciati a circolare i primi dati delle centraline dell'ARPAL (che sono sempre stati consultabili sul portale www.ambienteinliguria.it) sulla qualità dell'aria e sulla presenza e quantità di alcuni agenti inquinanti. Rispetto al 12 marzo, giorno di spegnimento della centrale, non si sarebbero rilevate alcune variazioni sostanziali, diciamo che l'aria non sarebbe dunque nè più, nè meno respirabile. Le centraline misurano però la qualità dell'aria in generale, non relativa unicamente a Tirreno Power e si trovano pertanto sottoposte a tutte le pressioni del contesto urbano, dai gas di scarico delle macchine ai contributi delle caldaie, solo per citare alcuni fattori. Alla centrale di Vado sono stati spenti i gruppi  a carbone, ma sono ancora attivi quelli a metano.

Inoltre su questi rilevamenti incidono molto anche le condizioni ambientali: nelle giornate di maccaia, senza vento, le emissioni tendono a ristagnare, così come la pioggia ad esempio, pulisce l'aria, perché solitamente ci sono condizioni di instabilità che favoriscono il rimescolamento dell’aria e la dispersione degli inquinanti.

Al centro dell'indagine della Procura di Savona, che va avanti da un paio di anni, ci sono le violazioni legate ai limiti imposte dall'AIA, non ai dati delle centraline dell'Arpal. E per valutare se o meno si avranno dei miglioramenti sostanziali sulla qualità dell'aria servono mesi, se non anni, non solo pochi giorni....

 

 

Cinzia Gatti

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A SETTEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU