Quando la burocrazia frena (anche) la portualità. A parlarne il presidente del porto di Savona e della rete dei porti liguri Gianluigi Miazza e il presidente del porto della Spezia, Giovanni Lorenzo Forcieri in riferimento alla riforma del sistema portuale proposto dal Governo. “Il vero problema per i porti italiani è la burocrazia che li sfianca, e la mancanza di autonomia amministrativa che impedisce loro di operare a una velocità garantita” ha affermato Forcieri a margine del Salone internazionale dei trasporti e della logistica di Parigi.
"In questa fase, le aziende fanno gli approvvigionamenti 'just in time', al momento preciso in cui ne hanno bisogno, quindi serve prevedibilità dei tempi di transito - aggiunge Miazza - Nessuno fa più magazzino, serve avere le merci al momento giusto per non bloccare gli impianti e la produzione. Per le aziende, la puntalità è diventata vitale per i porti".
Ai porti, "serve coordinamento con l'interno per poter creare un percorso efficiente tra porto, corridoio logistico e interporto, e mi sembra che la riforma vada in questo senso" spiega ancora Forcieri. La ricetta giusta, sottolinea, "è razionalizzare, anche in base ai criteri europei e a un piano nazionale della portualità, dove si collocano gli investimenti". L'attuale assenza di coordinamento, conclude, "è un danno non solo a noi, ma a tutto il Paese".