Sono 42. Lavoravano per la cartiera di Murialdo, poi la crisi. Finchè anche per loro è scattata la cassa integrazione.
Peccato, però, che al momento siano "semplici" disoccupati senza stipendio. Sì, perché la pratica che li riguarda è dispersa da qualche parte al Ministero: e loro non hanno ricevuto un euro.
Andiamo con ordine. La cartiera entra in crisi qualche anno fa: prima la proprietà di Cremna decide di dimezzare le linee produttive, poi opta per gli ammortizzatori sociali. Inizia qui l'odissea dei lavoratori. Perchè lo stato possa fisicamente pagare i cassaintegrati, ha bisogno da parte dell'azienda di una serie di dati che li riguardano. Un dossier che la dirigenza inizialmente non presenta, poi presenta incompleto, e alla fine viene terminato solo grazie alla buona volontà di una segretaria che, senza stipendio, si "smazza" tutta la trafila burocratica.
Lodevole ma inutile, a quanto pare. Il fascicolo riguardante la cartiera rimane a prendere polvere in qualche scrivania romana. Complice probabilmente il vuoto governativo di questi mesi, della pratica "Cartiera di Murialdo" non si hanno più notizie. E per alcuni "cassaintegrati" sono già 6 i mesi passati senza percepire un euro.
Ora l'allarme arriva da Stefano Quaini, consigliere regionale SEL, che da anni segue le travagliate vicende dei lavoratori di Murialdo. "Ho telefonato personalmente ad Anna Giacobbe - racconta - è da sempre, per storia personale, attenta al mondo del lavoro. Le ho chiesto di ricostruire il percorso della pratica e fare il possibile perchè vada in porto". Impossibile aspettare oltre, dice: e attacca l'immobilismo delle forze politiche. "Io ho chiamato la Giacobbe perchè la sua storia nei sindacati la rende la persona ideale per occuparsi della questione: ma i parlamentari savonesi sono tanti, e sarebbe il caso che ognuno di loro si attivasse per quello che può. Anche quei movimenti che ora vanno così di moda (chiaro il riferimento ai 5 Stelle, ndr) devono prendersi le loro responsabilità. Troppo facile limitarsi a criticare ed attaccare. Qui ci sono famiglie senza stipendio da 6 mesi".
I vertici CGIL raccolgono e rilanciano. "Le pratiche sono effettivamente ferme al ministero - conferma Francesco Rossello, segretario provinciale - ora dobbiamo capire come velocizzarne l'iter. Va detto che, per ogni azienda che richiede gli ammortizzatori sociali, passa qualche mese prima dell'effettiva erogazione. Purtroppo i ritardi e le mancanze dell'azienda hanno dilatato i tempi oltre misura. Siamo anche dovuti andare a Cremona per ribadire alla proprietà come i dati dei lavoratori fossero indispensabili per il buon esito della cassa. Ora il dossier è a Roma da fine dicembre".
Ora la speranza di tutti è che qualcosa si smuova. Di tutti, ma soprattutto di 42 persone che, senza poter fare altro, attendono...