"La presenza di preti, suore e teologi all'interno delle liste probabilmente ha reso impossibile per Ingroia una netta e decisa posizione contro i Patti Lateranensi.
Ingroia però è un uomo dello Stato, ha una preparazione giuridica e sa misurare la differenza.
Un conto è il rapporto con le singole persone e un conto è il rapporto con il Vaticano e accettare gli uni non avrebbe creato contraddizione se si fosse assunta una posizione di contrasto con l'altro.
La contraddizione, semmai, è in coloro che operano per migliorare le condizioni di vita della società civile e nello stesso tempo fanno parte di una organizzazione religiosa, dalla quale percepiscono lo stipendio per il loro sostentamento, e che è essa stessa causa del degrado e del mancato sviluppo del Paese.
Certo una coalizione elettorale creata due mesi prima delle elezioni qualche contraddizione la sconta non solo tra i singoli candidati in sè considerati, ma anche tra le forze che si incontrano.
Valga ad esempio la convergenza che potrà esserci tra il teologo gesuita e il compagno del brigatista recentemente scomparso, oppure tra l'ex della Lega Nord e i nostalgici di Lenin.
Insomma la parola Rivoluzione vorrà dire tante cose e tra queste anche la separazione e la rottura degli schemi ai quali siamo sempre stati abituati.
Vorrà dire che ci proporranno un nuovo modello di convivenza che non pensavamo possibile.
A voler vedere il bicchiere mezzo pieno dovremmo optare per una curiosità che prenda il posto dello scetticismo.
Ma volendo far prevalere una moderata razionalità, dobbiamo concludere che il colore arancione è l'unico elemento oggettivo che suscita ottimismo".