Politica - 30 gennaio 2013, 16:17

Centro Democratico: “Un nuovo welfare familiare primo passo per uscire dalla crisi”

Argia Valeria Albanese, la candidata alla Camera di Centro Democratico ha aderito alla campagna del Forum delle famiglie. “Prioritaria la revisione dell’Isee per fare fronte alle nuove sacche di povertà”

Centro Democratico: “Un nuovo welfare familiare primo passo per uscire dalla crisi”

«La Liguria ha un’improrogabile necessità di interventi a favore del welfare familiare, vista anche la forte presenza di anziani che la rendono la regione più vecchia del mondo, con un indice di over 65 del 26,7% contro la media Ocse del 14,9%». Così interviene Argia Valeria Albanese, candidata alla Camera in Liguria per Centro Democratico, che oggi ha aderito alla campagna “Più famiglia oggi, più Italia domani” promossa dal Forum delle associazioni familiari.

«L’Italia – continua Albanese - ha bisogno di un nuovo welfare, familiare e generazionale, che sappia realmente promuovere la dignità della persona e le sue potenzialità nel corso delle diverse fasi della vita. Un welfare che non si esaurisca nell’assistenzialismo di vecchio stampo, ma che sappia davvero rassicurare i cittadini, dare certezza all’avvenire dei giovani, maggiori opportunità alle donne, più tutele agli anziani, per ripristinare quella coesione sociale e territoriale indispensabile a rimettere in moto le energie dormienti del paese.

In un quadro di risorse scarse, va attuata, per esempio, una revisione selettiva della spesa in materia sociale, volta a riordinare il sistema dei sussidi assistenziali e previdenziali, delle prestazioni garantite dal servizio sanitario nazionale e delle misure di sostegno al reddito, parametrando i servizi erogati, in base a un nuovo Indicatore di situazione economica equivalente (Isee) del nucleo familiare che sappia tenere conto anche delle nuove emergenze sociali e dei nuovi poveri.

Per ridare dignità e garantire equità sociale ai cittadini è indispensabile “mettere in sicurezza” la famiglia, che per troppi anni ha svolto la funzione di “ammortizzatore sociale” per le fasce più deboli ed escluse da ogni forma di sostegno. Penso ai giovani che, schiacciati dalle incertezze del precariato, hanno potuto fare oggi conto solo sull’aiuto dei propri familiari, almeno nelle situazioni più fortunate. Una condizione di dipendenza che ha precluso a molti la possibilità di sposarsi e avere dei figli. Un dato su tutti: secondo l’Istat, in dieci anni i matrimoni sono calati dell’oltre 27%. In Liguria, solo tra il 2009 e il 2010, quasi del 6%. Solo mettendo al centro le reali esigenze della famiglia nella prossima programmazione politica del Paese potremmo lasciarci la crisi alle spalle e far ripartire l’economia. A dirlo è anche l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che nel proprio rapporto sull’Italia del settembre 2012 ha indicato, tra le misure di sostegno alla produttività, l’adozione di riforme delle politiche sociali a supporto della partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Tra queste: l’implementazione dei servizi all’infanzia, la flessibilità di orario per conciliare lavoro e famiglia per dare la possibilità a entrambi i coniugi di assistere anche i parenti anziani».

 

com.

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