Attualità - 26 dicembre 2012, 22:33

Casa della Legalità risponde a Libera. E intanto, ancora, nessuna protezione per Christian Abbondanza...

Ancora una volta apprendiamo di messaggi interni alla “rete” di LIBERA perché escono dalla “riservatezza” delle loro comunicazioni ed approdano sul web. Noi non abbiamo mai “insultato” nessuno di LIBERA. Abbiamo espresso critiche, anche forti, ed abbiamo sempre indicato con precisione fatti e circostanze

Casa della Legalità risponde a Libera. E intanto, ancora, nessuna protezione per Christian Abbondanza...

Abbiamo, su questo, chiesto chiarimenti e confronto. Senza mai ricevere risposta. Saremo fatti male ma a noi non interessa “colpire” o “distruggere” LIBERA, bensì che questa torni all'origine, ovvero struttura indipendente e libera da condizionamenti di politica ed imprese. Abbiamo anche detto che non vi è nulla di male a farsi “struttura” di parte, come è, negli anni, purtroppo, divenuta LIBERA, ma questa scelta, crediamo, per correttezza, dovrebbe essere ammessa e non negata. Fatta questa premessa, veniamo al dunque di questa nuova “uscita” di LIBERA, con questa “nota interna”...


Duole constatare che "Libera" non voglia accettare che possano esistere realtà autonome e indipendenti dalla sua "rete" e che esistano altri metodi di azione per la prevenzione ed il contrasto delle mafie e della loro rete di relazioni e complicità.
La logica per cui chi ha metodi diversi dai propri deve essere considerato un “cattivo” è preoccupante e non ci appartiene.

Ben venga l'impegno "culturale". Per noi questo, per la realtà che ci circonda ed in cui viviamo, è però un impegno insufficiente.
Come Casa della Legalità consideriamo legittimo ed anzi un arricchimento che vi siano realtà diverse e metodi diversi di impegno, per loro pare, invece, che la sola idea che ci siano "altri", oltre a Libera, produca una profonda intolleranza.
Noi, pur avendo ricevuto insulti e calunnie da esponenti di Libera non abbiamo, sino ad ora, mai pensato di querelare. Abbiamo risposto, in alcuni casi anche pubblicamente, ma tenendo fermo un principio: non ci si fa la guerra quando si è sullo stesso fronte!


Abbiamo indicato diverse volte, in modo articolato e documentato, fatti su cui chiedevamo a Libera di fare chiarezza. In altre occasioni abbiamo segnalato distorsioni pesanti. Mai abbiamo diffamato o calunniato alcuno. Hanno ritenuto, anziché rispondere nel merito delle questioni politiche poste, di promuovere "tre" querele nei nostri confronti? Ad oggi non ci è arrivata nemmeno una notifica in merito, ma siamo pronti a discuterne anche nelle sedi giudiziarie scelte da don Luigi Ciotti e Nando Dalla Chiesa, a quanto si apprende.
Ed ancora: noi saremo "egoisti"? Noi? Come Casa della Legalità non abbiamo mai chiesto a nessuno una contropartita per ciò che abbiamo fatto per sostenerli o aiutarli. MAI! Non abbiamo chiesto nulla di materiale e nemmeno "atti di fede". Non abbiamo mai "usato" nemmeno la nostra cedibilità per fare campagne elettorali. Ogni volta che era necessario siamo corsi, ovunque ci chiamavano, compatibilmente con i pochi mezzi a disposizione. Abbiamo fatto sempre tutto il necessario per aiutare chi ci chiedeva aiuto e per tutelare anche nell'anonimato chi faceva segnalazioni. Abbiamo messo in contatto vittime e testimoni con chi di dovere. Chiunque ci chieda contributi di idee e progetti, proposte li riceve gratis, non in cambio di "consulenze" o "contributi". Ci siamo sempre assunti la responsabilità, sulle nostre spalle, senza mai nasconderci. Non ci abbiamo guadagnato un euro! Ogni risorsa giunta con le donazioni (tutte elencate sul sito) è stata usata per le attività! Ci si esposti quando era necessario per smuovere le acque, a viso aperto... garatendo così ancora maggiori coperture a chi stava collaborando e "sbloccando" inchieste che qualcuno non voleva far andare avanti. Ci abbiamo guadagnato due condanne a morte, una per il Presidente della Casa della Legalità ed una per il Referente di Imperia. E questo sarebbe "egoismo"? Non diciamo fesserie!
Sul fatto che il Presidente della Casa della Legalità sia "inaffidabile", la miglior risposta sono i risultati raggiunti in questi anni di attività, portata avanti senza contributi pubblici e senza padrini politici... senza mai “strabismi” che piegassero le denunce e le attività ad opportunismi di qualsivoglia natura.
Se per loro essere "inaffidabili" è avere il coraggio di denunciare nelle piazze, sul web, ma anche nelle opportune sedi, senza distorsioni, anche gli intrecci che coinvolgono quella parte politica e imprenditoriale tanto amica di Libera, allora sì, la Casa della Legalità, e non solo Abbondanza, è "inaffidabile"!

Crediamo che sia il tempo che si incominci a capire che legittimamente esistono diverse realtà che operano con metodi diversi. Loro hanno inseguito e costruito una sorta di “monopolio” sul tema, noi no e non ci interessa questa strategia ed anzi riteniamo che più realtà ci siano, impegnate, anche con metodi diversi, ma comuni obiettivi, siano un “aiuto” nel perseguire l'obiettivo della prevenzione e del contrasto alle mafie ed alla cultura mafiosa.

Le critiche sono stimolo per migliorarsi, per correggere gli errori che tutti, noi come anche Libera, possiamo commettere... ma tentare di delegittimare chi la pensa e agisce diversamente etichettandolo come "inaffidabile", è una vecchia pratica, di un vecchio stile, che onestamente non ci appartiene e che non vogliamo adottare.
Noi non operiamo per "cancellare" gli altri che combattono, come noi, le mafie e le loro collusioni. Possiamo non essere d'accordo sui metodi o sui contenuti, ma non ci siamo mai posti l'obiettivo di "cancellarli", di "oscurarli" e "isolarli". Mai ci siamo posti l'obiettivo di costruire in noi una sorta di "monopolio". Anzi: abbiamo reputato di costruire una realtà, pronta a collaborare con altri, che fosse "strumento" per chi ha voglia di fare, di impegnarsi concretamente.

Forse si ritiene "inacettabile la nostra idea di "lavoro" in rete tra diversi piuttosto che l'essere tutti "nella stessa rete"? Forse è questo, ma noi restiamo convinti che, ad esempio, sulla partita dei beni confiscati non sia giusto che vi sia una sorta di monopolio di "Libera" e gli altri, tutti gli altri, se non si fanno parte di Libera, sono esclusi.

Non siamo d'accordo perché è un segnale pessimo.

Non siamo d'accordo perché crediamo che il riutilizzo dei beni confiscati debba vedere la compartecipazione di più soggetti, perché il segnale (oltre che il progetto di gestione) diventa più forte!


Quando abbiamo mosso critiche, anche pesanti, erano su fatti ed elementi ben precisi, e mai volte a delegittimare (vedi ad esempio qui)! Elementi, tra l'altro, confermati anche da altre realtà attive nel Paese. Se, ad esempio, abbiamo detto che non riteniamo opportuno (oltre che credibile) sostenere e ringraziare Burlando per la lotta alla mafia che porta avanti in Liguria (come ha fatto Libera recentemente), lo abbiamo sottolineato perché Burlando è uno di coloro che le porte le ha spalancate alle imprese mafiose in questa regione e non gli si può offrire alcun “paravento”.

Ed ancora, se abbiamo detto che Libera doveva prendere le distanze da Bertaina, ad esempio, a Camporosso, perché non è “credibile” nel promuovere un “progetto legalità” in quei territori, non è per distruggere Libera, ma per impedire che la strumentalizzazione della lotta alla mafia promossa da Bertaina si perpetuasse. Ed ancora, in ultimo, un esempio: se abbiamo detto che a Savona, Libera doveva chiarire come faceva la CISL che manifestava con e per i FOTIA ad essere parte di Libera, è perché se si promuovono manifestazioni contro un provvedimento interdittivo antimafia non si può, secondo noi, essere dentro alla “rete” di Libera.
Ecco, noi siamo "laici" e quindi affrontiamo laicamente anche la questione della lotta alla mafia, per la legalità e la Giustizia. Allo stesso modo, laicamente, guardiamo al mondo della cosiddetta "antimafia". Non possiamo tacere ciò va detto o plasmarlo per fare un favore a qualcuno o per questioni di opportunismo. Se vi sono distorsioni, anche nell'antimafia, crediamo vadano dette. Se le si nasconde non le si affronta e quindi non le si risolve.


Ed allora, forse, è proprio questa nostra "laicità" che non viene digerita... perché, ad esempio, è quella ci ha fatto dire che non avremmo partecipato alla "fiaccolata per la legalità" di Libera a Sanremo anni fa. Non lo abbiamo detto per "antipatia" ma perché non riteniamo che si potesse sfilare insieme a partiti complici di frequentazioni indecenti e di candidature viziate dai contatti e patti con esponenti della 'ndrangheta. Non ritenevamo possibile e credibile che in testa a quella manifestazione promossa Libera vi fossero gli allora sindaci Bosio di Bordighera e Scullino di Ventimiglia, i due sindaci mandati poi a casa per le infiltrazioni ed i condizionamenti mafiosi sulle loro amministrazioni.

Noi non siamo "ecumenici", siamo "laici" e forse è proprio, davvero, questo, che non si sopporta di noi!

Don Ciotti promuove spesso l'invito ad assumersi ognuno un pezzo di responsabilità. Noi lo abbiamo fatto da tempo: lasciati soli anche da Libera. Così è stato quando andammo allo scontro per far giungere lo scioglimento di Bordighera o, poi, quello del Comune di Ventimiglia, così come quando si sono indicati, puntando l'indice, i mafiosi conclamati del savonese che per decenni avevano visto garantitagli una sorta di vergognosa impunità... ed ancora, per fare due esempi, quando indicammo i problemi che vi erano, evidenti e devastanti, nella magistratura, sin dentro alla DDA di Genova, o l'assurdo che amministrazioni pubbliche che tanto si riempivano la bocca di lotta alla mafia, come quelle genovesi, anche in occasione della Giornata della Memoria e dell'Impegno, fossero quelle stesse amministrazioni che ritardavano di anni l'adozione della Stazione Unica Appaltante proposta dal Prefetto Musolino e continuando a dare lavori ad imprese intedette o sotto inchiesta con informative "atipiche". Noi la nostra parte di responsabilità, su questo e molto altro, ce le siamo assunte, caro Don Ciotti, altri possono dire altrettanto?


Non è questione di chi ha fatto di più o di meno. Non ci interessa. Non è una corsa a premi. E' questione di riconoscere il dovuto rispetto agli "altri", anche se profondamente diversi, per il lavoro fatto. Questo lo pretendiamo per noi e per gli altri!

Si vuole guardare avanti? Noi guardiamo sempre avanti. Ci interessano i risultati che si possono (e devono) raggiungere!
Se si vuole un confronto, come abbiamo già detto in più occasioni, noi siamo disponibili. Se ci si vuole "omologare" o “annientare” invece no!

Per questo, da parte nostra, rispondiamo all'invito di SavonaNews, con: sì, ad un confronto siamo disponibili, lo auspichiamo da anni, senza, purtroppo, risposta alcuna! Non abbiamo tempo da perdere, il lavoro da fare è tanto e non possiamo permetterci di perdere alcun istante.

P.S.
Se poi per "cattivi" ed "inaffidabili" si intende invece che si è osato chiedere che LIBERA rigettasse ogni forma di strumentalizzazione da parte della politica e delle grandi cooperative, che da un lato fanno tanti begli slogan antimafia, dando anche nutriti contributi economici, mentre dall'altro poi danno appalti o subappalti a imprese di mafia, allora sì, siamo molto "cattivi" e totalmente "inaffidabili", e lo saremo ancora, perché la lotta alla mafia si fa, secondo noi, coerentemente, in modo credibile, indipendente e senza fare sconti a nessuno, senza mai cedere a strabismi... altrimenti, se la si fa per fare "paravento" a qualcuno, si fanno solo, ulteriori, gravi danni!
Noi per andare avanti non abbiamo sponsor e contributi pubblici da ogni dove, anche da amministrazioni ed imprese non proprio limpide, come invece ha LIBERA. Facciamo fatica ad andare avanti con le sole donazioni di persone semplici... Ma andiamo avanti con DIGNITA' e concretezza.
Se si fa business con merchandising d'ogni tipo si è "buoni" e se invece si fatica nel tirare avanti, giorno per giorno, si è "cattivi"? Se questa è la domanda, noi preferiamo essere "cattivi" perché non "sfruttiamo" (e mai sfrutteremo) la lotta alle mafie e per la Giustizia.

P.S. 2
Noi non mandiamo in giro e-mail in cui insultiamo gli esponenti di LIBERA. Quando avevamo delle critiche (su fatti specifici e mai su simpatie o antipatie personali) li abbiamo sempre detti e scritti alla luce del sole e mai con l'intento di "distruggere" o "screditare", ma solo con il fine di un confronto, di avere risposte, di promuovere una riflessione utile a tutti! Anche questa è una differenza di "metodo", ma forse anche qualcosa in più!

P.S. 3

Per dovere di precisione poi, sarebbe anche opportuno che Don Ciotti - se corrisponde al vero quanto a lui attribuito nel testo dell'e-mail della "rete" di LIBERA - spiegasse meglio le ragioni per cui le strade tra LIBERA e la CASA DELLA LEGALITA' si sono separate. Infatti, come tra l'altro ben documentato da Bruno Lugaro sul blog di TrucioliSavonesi anni fa, LIBERA scelse in Liguria di cosituirsi con il "blocco rosso" color cemento, proprio quel blocco che la CASA DELLA LEGALITA' combatteva da anni perché strettamente "complice" nel negazionismo e delle inflitrazioni dilaganti in Liguria. LIBERA scelse di farsi ingurgitare dal "blocco" del Partito del Cemento (e definiva "destabilizzante" la Casa della Legalità). Noi non ci siamo stati e le strade si separarono. Forse raccontata così, cioè come andò davvero, è più corretto, ci pare!

 

Ecco il testo "interno" della "rete" di LIBERA di cui siamo venuti a conoscenza grazie a SavonaNews:

Care e cari,
venerdì mattina si è riunita a Roma l'assise dei referenti regionali di LIBERA.
Presente la Presidenza Nazionale e la grand parte dei referenti dei territori (con eccezzione dell'Emilia Romagna).
Luigi Ciotti ha introdotto i lavori parlando della crisi sociale del Paese e dell'imminenete campagna elettorale: saremo chiamati - ci dice Don Luigi - a dare respiro alle proposte importanti e sostenere la Buona Politica contro tutti coloro i quali ci tireranno per la giacchetta, tentando di USARCI. Si riparte da tre temi: la CONTINUITA' del nostro impegno, la CORRESPONSAIBLITA', il MORSO del PIU'.
Ciotti ha quindi fatto riferimento a quanti nell'antimafia sociale o dentro la stessa rete di Libera non aiutano nella sfida di lotta culturale contro le mafie, creando divisioni o favorendo forme pericolese di egoismo: tra questi "cattivi" ha citato anche Cristian Abbondanza della Casa della Legalità, per cui è segnalata la richiesta presso il Ministero di richiesta di assegnazione di protezione, LIBERA Liguria ha firmato l'appello.
Don Luigi ha però inteso precisare:
LIBERA NON PUO' SOTTRARSI DAL TUTELARE LA DIGNITA' DEI SUOI DIRIGENTI, ATTACCATI IN MODO INGIUSTO: ECCO PERCHE' RIBADISCE CHE UNA PERSONA INAFFIDABILE NON POTEVA RESTARE DENTRO LA NOSTRA RETE e NON SI POTEVA FARE A MENO di QUERELARLA NELLE TRE OCCASIONI IN CUI, nel corso di questi anni, HA AVANZATO ACCUSE PRIVE DI FONDAMENTO nei CONFRONTI SUOI E DI DALLA CHIESA.

Com. Casa della Legalità

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