E’ il numero che la Capitaneria di porto di Genova ha attivato dal 20 al 31 dicembre 2012 per ricevere segnalazioni da parte di consumatori dubbiosi sulla tracciabilità dei prodotti della pesca, che mai come in questo periodo dell’anno abbondano sulle tavole dei genovesi.
L’iniziativa, che ha già visto un produttivo successo nei decorsi anni vuole costituire anche un momento di comunicazione diretta tra l’autorità marittima di Genova e il mondo legato alla pesca – pescatori – operatori ittici – grossisti – consumatori, e non solo.
L’informazione e la formazione hanno costituito e costituiscono un modello scelto dalla Guardia Costiera di Genova per offrire educazione al rispetto delle risorse alieutiche, la cui sopravvivenza e’ espressione di tutela ambientale, sostenibile e produttiva.
La Capitaneria di porto di Genova ha avviato un programma di incontri con le categorie della filiera commerciale e della pesca sportiva-ricreativa dilettantistica.
Il primo incontro ha interessato le associazioni dei ristoratori genovesi, alle quali sono state evidenziate le norme sulla pesca, sia comunitaria che nazionale. L’incontro ha visto l’attiva partecipazione di un medico veterinario dell’ASL genovese, il quale ha illustrato le prescrizioni di carattere igienico sanitario e le corrette pratiche discendenti dal piano di autocontrollo sottolineando l’importanza delle corrette procedure di abbattimento batterico dei prodotti ittici da somministrare crudi.
Nell’occasione si è, inoltre, evidenziato ai ristoratori la necessità che i prodotti ittici acquistati provengano dalla filiera commerciale , cioè dalla pesca professionale e non da quella sportiva.
Il secondo incontro è stato dedicato proprio ai pescatori sportivi-dilettantistici- e ricreativi.
Il caposaldo dell’incontro è stato il decreto legislativo n. 04/2012, sulla nuova disciplina sulla pesca marittima, entrato in vigore il 2 febbraio 2012. Sono state, altresì, ricordate le disposizioni contenute nel dpr 1639/68 con particolare riguardo agli attrezzi consentiti, al quantitativo massimo di pescato (non oltre 5kg) sottolineando il divieto di commercializzazione del prodotto di tale tipo di pesca.
A conclusione di una settimana molto intensa, durante la quale si è tenuto un incontro con il Movimento di Difesa del Cittadino, sezione di Genova, l’obiettivo è stato quello di offrire all’utenza la propria qualificata preparazione professionale a tutela degli operatori corretti, perseguendo – attraverso la contestuale attenta attività di polizia marittima – la pesca illegale.
Ciò, con la piena convinzione che la partecipazione attiva e condivisa degli utenti e degli operatori contribuirà all’azione educativa e di tutela che da sempre impegna la Guardia Costiera.