Un’esperienza da provare, arricchente sia sul piano culturale sia su quello del vissuto quotidiano perchè il parallelismo a come ci si sente nell’imparare una lingua completamente diversa da quella madre, per esigenze non di turismo ma di “sussistenza” è immediato.
Soprattutto se a dover imparare, per forza di cose, questa nuova lingua sono dei bambini, calati in un contesto di alfabetizzazione con una lingua che poi tra le mura domestiche non parlano più. Per una volta, insomma, siamo noi ad imparare l’arabo, a cimentarci con il primo disorientate ostacolo della lettura e scrittura da destra a sinistra, con una lingua che conosce solo il corsivo, che ha uno “strano rapporto con le vocali”, che non ha le lettere maiuscole né certe consonanti come la p e la v o gruppi consonantici come st, gn o gl. Quanti erroracci da matita rossa compiono le maestre che si accaniscono con certe difficoltà ortografiche dei loro alunni arabi sempre più numerosi… siamo così sicuri che noi adulti al loro posto sapremmo fare di meglio?
Il corso si tiene tutti i giovedì dalle 20 alle 21. 30 circa; è tenuto da Nabil Snoussi. Ieri la prima lezione ma le iscrizioni sono ancora aperte. Contattare Tiziana Bonora.
SU