Legambiente Liguria non è stupita di fronte alle notizie emerse dall'indagine della corte dei conti sul comune di Recco, le cui conseguenze potrebbero ricadere sui comuni che non hanno raggiunto le percentuali di legge previste per la raccolta differenziata. "Con il nostro dossier Comuni ricicloni, arrivato alla settima edizione - commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria - analizziamo ogni anno le performance sulla raccolta differenziata. Denunciamo da anni l’arretratezza del sistema di raccolta differenziata nella nostra regione, le cui percentuali aumentano troppo poco e troppo timidamente. Solo due comuni in Liguria possono essere considerati virtuosi, Noli e Garlenda, che hanno superato la soglia del 70% e sono già in regola rispetto alla soglia del 65% da raggiungere entro la fine di quest'anno".
Questo risultato dimostra che applicando serie politiche di raccolta differenziata, in particolare adottando un sistema di raccolta “porta a porta” che includa gli scarti umidi ed un sistema efficace di controllo e sanzioni, si possano raggiungere importanti obiettivi.
I Liguri non sono antropologicamente diversi dagli abitanti della provincia di Salerno continua la nota dell'associazione ambientalista - dove i comuni hanno da tempo raggiunto le percentuali richieste dalla legge. Deve cominciare una seria pianificazione industriale, dai comuni capoluogo a quelli più piccoli nella nostra regione, che guardi alle buone pratiche esistenti in Italia.
"Le buone pratiche gestionali - conclude Grammatico - devono essere estese nei prossimi mesi a tutti i comuni, in particolare a quelli che si trovano al di sotto del 35% di raccolta differenziata, cioè il valore obbiettivo che avrebbero dovuto raggiungere entro il febbraio del 2003. Stiamo parlando di 202 comuni su 235 che hanno un ritardo di nove anni sulle politiche e sulle azioni da condurre coinvolgendo e sensibilizzando la popolazione locale"
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