Un po' di coerenza sarebbe continuare il titolo dell'assemblea ad esempio "La sfida per il lavoro: come usare il ricatto occupazionale per uccidere i Vadesi", oppure "La sfida per il lavoro: quali dadi tirare per decidere chi lasciare a casa".
Da anni oramai gli italiani - e i Savonesi non sono da meno - hanno permesso che si diffondesse la malsana idea di quanto i privati (e i loro capitali) siano necessari ad una ripresa economica... dimenticando che quegli stessi privati ne sono la causa (o la con-causa).
Un esempio classico è proprio Vado Ligure, dove pure i Sindacati Confederali, pedine importanti nella scacchiera del profitto, secondo molti avrebbero lasciato che le fabbriche chiudessero a ripetizione, contribuendo a portare a circa diecimila (DIECIMILA) le persone tra cassa-integrazione e mobilità nella sola Provincia di Savona, per poi osannare le due manovre "speculative" (la costruzione della Piattaforma Container di Vado Ligure e l'ampliamento della centrale a Carbone) che dovrebbero portare lavoro...
"Speculative" nel senso che mentre i posti di lavoro realmente accessibili nei due nuovi progetti sono assolutamente irrisori e ridicoli rispetto al danno già compiuto in termini di cassaintegrazione e disoccupazione, da una parte gli italiani regalano al colosso danese dello shipping mondiale TRECENTO MILIONI di euro per la realizzazione del bestione cementizio, mentre il danno in termini ambientali e di vittime umane causato dalla centrale di Vado ricade totalmente sulle spalle (o polmoni) della comunità.
Una presa per i fondelli storica e che i savonesi, forse più per pigrizia che per consapevolezza, sembrano essersi bevuta a golate profonde; anche se, forse, qualche segnale di "ri-presa" di coscienza c'è: da una parte gli ex dipendenti Vetrotex e OCV che gridano il loro desiderio di utilità sociale attraverso azioni di pubblico servizio, dall'altra la grande partecipazione e il sostegno dato all'Ordine dei Medici che denuncia a gran voce il gravissimo "errore"(per essere gentili) in termini di salute della concessione dell'AIA per la Tirreno Power, mentre Rifondazione Comunista, dopo un'attesa lunga decenni, ha deciso di uscire dalla maggioranza della giunta quilianese proprio a causa del tema del carbone.
Che quest'ultima sia una mossa prettamente politica o una presa di coscienza di "quali che sono i veri nemici"... è ancora tutto da vedere, e probabilmente è ancora lontana la possibilità di vedere finalmente assieme PRC e PCL nella costruzione dell'unica alternativa possibile.
Una situazione tragi-comica, quella dell'assetto economico savonese, che invece di vedere una risposta operaia con la "R" maiuscola viene demandata ad un manipolo di capitalisti la cui sete di profitto calpesterebbe anche un neonato caduto dalla carrozzella.
Che sia forse per "l'aura di sinistra" con la quale il profitto si maschera? Altrimenti come si spiegherebbe la presenza del sessantottino ex "Potere Operaio" Paolo Mieli all'assemblea degli industriali savonesi?
Che a nessuno venga in mente la parola "confronto"... non ci crederebbe nessuno...