Ma questo caso evidenzia come non sia semplicemente la crisi a dettare legge. Le motivazioni risiedono anche altrove nel nuovo modello padronale, in perfetto stile Marchionne, che considera il lavoratore come una macchina da gettare via appena si trova di meglio, come un numero scritto sulla colonna delle spese da ridurre il più possibile, come un agnello da sacrificare sull'altare del massimo profitto in cambio di un nuovo bene di lusso con cui sentirsi importante.
Sui volti dei lavoratori e delle lavoratrici si leggevano chiaramente la rabbia, la preoccupazione, la ricerca di una risposta alla domanda: “che ne sarà di noi?”.
Il nostro Partito si dichiara disponibile ad affiancarli e sostenerli nelle lotte per il lavoro, per i diritti e contro le politiche aziendali di delocalizzazione selvaggia presenti anche in altre zone della provincia. Per questo auspichiamo che il Sindaco Rosy Guarnieri mantenga le promesse fatte in assemblea pubblica con gli operai e i rappresentanti delle parti sociali in merito al cambio di destinazione d'uso delle aree.