Che gli studenti savonesi "battano un colpo" è una notizia, per due ragioni.
La prima è la non ovvia importanza della partecipazione diretta dei giovani alla difesa del diritto all'istruzione, negli ultimi vent'anni martoriata dalla logica del profitto e dal tradimento delle organizzazioni di "sinistra".
In secondo luogo perchè si tratta uno dei pochi casi di risveglio dopo il lungo periodo di letargo del movimento studentesco, le cui note più alte risalgono al periodo 2000 - 2003, con i duemila studenti a far tremare la sede della Provincia e le grandi lotte condotte dal Comitato Studentesco Savonese, guidato dall'allora studentessa del Liceo Della Rovere, Giulia Cappiello.
Al tempo però si trattava di studenti autonomi, di radicate e radicali convinzioni, critici nei confronti di tutti, lungimiranti negli obiettivi e, soprattutto, abbastanza forti da non temere strumentalizzazioni di nessun genere.
Le domande da porsi oggi riguardano proprio questo: nell'elogiare l'iniziativa, si può però parlare di partecipazione attiva e cosciente degli studenti? Le due realtà, di allora e di adesso, sono simili? Chi guida gli studenti in piazza? Qual è la parola d'ordine?
Purtroppo alcuni media locali, che riportano anch'essi la notizia, spiegano che l'iniziativa parte dalla CGIL, e che a guidare gli studenti in piazza c'è il suo "braccio studentesco", la Federazione degli Studenti (che sa molto di FdS, Federazione della Sinistra), entrambi notoriamente succursali del sindacato confederale e del PD.
Federazione degli Studenti quindi, che attraverso il suo leader nazionale parla di leggi che andranno a modificare l'assetto scolastico eliminando di fatto anche il diritto assembleare, base della democrazia.
Il che, sia chiaro, è assolutamente vero, non fosse per tre piccole contraddizioni:
- il problema del diritto assembleare è la punta dell'iceberg, la questione morale specchietto per le allodole, utile a distrarre gli studenti dal vero problema, la rapina compiuta ai danni della scuola pubblica (spesso in favore di quella privata)
- i suddetti tagli sono continuativi da almeno vent'anni, e mirati a riportare l'istruzione al sistema classista dei primi del '900, con accesso riservato ai figli dei ricchi
- questa manovra viene realizzata grazie alla palese complicità di quelle stesse organizzazioni, politiche e confederali, che anche in quest'ultimo periodo hanno sostenuto il governo Monti (artefice della rapina) in maniera pressochè unanime.
Questo, sia chiaro, senza voler assolutamente demoralizzare gli studenti, poichè se assieme alla presa di coscienza operaia non avviene anche una presa di coscienza delle nuove generazioni, non si può costruire un futuro radicalmente alternativo a questo.
Un monito è comunque d'obbligo, affinchè gli studenti domani seguano l'invito di Marco LoMuzzo (direttivo FdS savona), e scendano in piazza, ma stavolta con un diverso obiettivo: quello di confrontarsi a testa alta, di documentarsi e di prendere coscienza... e perchè no, di auto-organizzarsi.... in fondo non è difficile.