Politica - 08 ottobre 2012, 14:24

Dieci a quaranta: e se a Savona vince Renzi?

Questi i numeri dei comitati - una decina per Renzi, ma potrebbero aumentare, e circa quaranta quelli a sostegno di Bersani, che si daranno battaglia nel savonese. E se Renzi dovesse prevalere sarebbe sancito lo scollamento del PD savonese dai suoi elettori?

Dieci a quaranta: e se a Savona vince Renzi?

Di sicuro le "truppe cammellate" savonesi, per citare lo stesso protagonista della sfida democratica, sono in buonissima parte per Bersani, ma è anche vero che i protagonisti che dovrebbero animare la campagna per il segretario nazionale sono di gran lunga, savonesi a parte, meno agguerriti di tutti quei novelli "renziani" che, soprattutto al di fuori dal capoluogo, sembrano mossi da proverbiale opportunismo più che dalle idee (quali? Non si è ancora capito bene) del proprio beniamino, vedendo una reale opportunità di emergere tra le fila della nomenklatura, in caso di vittoria. Senza oltretutto sottovalutare la macchina messa in moto dal sindaco Berruti, che meno affidamento fà sugli organi di partito, ma che sfrutta abilmente allo stesso modo comitati e associazioni della società civile, con la furbizia di apparire meno "politicante" e più vicino alle istanze dei cittadini organizzati, e che ha infilato nei comitati addirittura due membri (Giannotti e Molteni) del proprio ufficio stampa ("la campagna per Renzi finanziata con i soldi dei contribuenti", lamenta qualcuno). Una "discesa in campo" del primo cittadino di Savona che ha saputo muovere una serie di figure politiche, vedi il sindaco di Cairo Briano, che godono di una certa popolarità, soprattutto se paragonate a facce come quelle Di Tullio, capaci di attrarre antipatie a 360 gradi. Ma il partito in provincia è saldamente in mano ai "bersaniani" che pur di non vedere ridotte le proprie rendite di posizione, mette in opera legami impensabili fino a poco tempo fa', con l'ex maggioranza "ditulliana" e l'ex minoranza di Lunardon e Monica Giuliano sempre pronte a scannarsi, e che ora si trovano a far fronte comune per arginare la possibile marea "renziana". In caso di sconfitta come negare lo scollamento del PD con i propri simpatizzanti ed elettori.

Ed in tutto questo come si comporteranno gli insofferenti dell'ala sinistra del partito, rimasti in pochi del resto, in caso di vittoria dello scout Renzi? Si libereranno finalmente del doloroso fardello portato per anni di inascoltate istanze, per confluire forse in SEL o con meno probabilità in quella Rifondazione Comunista - forte a Savona - livida di rabbia per la candidatura di Vendola alle primarie e che vede svanire sempre più la possibilità di un'alleanza forte a sinistra, alternativa al Partito Democratico? "Niki si è venduto per la presidenza della camera" sono le voci che sempre con maggiore convinzione provengono dall'area più "rossa" dello schieramento politico, dove si scommette su una fragorosa batosta del presidente della Regione Puglia, utile forse in extremis ad apre gli occhi ai militanti SEL in tempo per politiche di primavera.

d.b.

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