l'Assessore all'Ambiente e Protezione Civile Jorg Costantino insieme ad ATA fa il punto sugli interventi di manutenzione dei rivi (vedi nota allegata).
Dichiara l'Assessore: "Da circa una settimana sento e leggo sui giornali opinioni di cittadini che manifestano preoccupazioni in merito al pericolo di eventuali esondazioni nel caso di forti piogge. Desidero innanzitutto rassicurare che la situzione è costantemente monitorata. Esiste una programmazione pluriennale, iniziata dal 2000, di interventi specifici che riguardano la messa in sicurezza di rivi e torrenti presenti sul territorio urbano, mirati ad individuare quei tratti con stato vegetazionale tale da costituire intralcio al deflusso delle acque in piena e definire gli interventi di bonifica e pulizia. Si interviene quindi sulla vegetazione, e nei passaggi sotterranei con la rimozione del materiale liteo in eccesso. Nella giornata di ieri abbiamo fatto un sopralluogo lungo tutto l'asse del Letimbro e abbiamo notato che, grazie agli interventi di manutanzione ordinaria di questi anni, la vegetazione si sta via via spostando dal greto ai margini e anche gli alberi a fusto grande, che potrebbero creare problemi, sono radicalmente dimunuiti. A questo proposito mi preme sfatare alcuni luoghi comuni che indicano la vegetazione che cresce spontanea nell'alveo dei rivi come il principale pericolo delle piene. Sono chiari gli effetti benefici della presenza della vegetazione quali il consolidamento delle sponde, la trattenuta di materiale liteo, la'umento del tempo di corrivazione, l'attenuazione dei picchi di pien e la riduzione, a livello di bacino, del rischio esondazione. Esorto anche i cittadini a non abbandonare rifiuti lungo i torrenti. Abbiamo infatti provveduto a rimuovere dal letto del Letimbro - dal ponte di Lavagnola fino a Corso ferrari - circa 50 mc di riifuiti, accumulati in circa 6 mesi".
Nota tecnica informativa:
ASPETTI VEGETAZIONALI
Riguardo lo stato della vegetazione lungo i principali rivi e torrenti, presenti sul nostro territorio, si ritiene opportuno esporre le seguenti considerazioni tecniche che sono alla base di una corretta manutenzione della vegetazione ripariale, oltre che utili ad inquadrare meglio le problematiche spesso sollevate dalla cittadinanza, evitando al contempo quei frequenti e spesso errati "luoghi comuni" che tendono ad indicare la vegetazione che cresce spontanea nell' alveo dei rivi quale principale pericolo delle piene dei nostri giorni.
La sicurezza idraulica rappresenta l’esigenza più importante, dalla quale non è dato prescindere. La normativa obbliga infatti ad interventi sulla vegetazione di alveo e sponda al fine di contenere il rischio idraulico; rischio che ovviamente deve essere commisurato al livello di antropizzazione presente, alle caratteristiche degli alvei stessi ed in particolare alla presenza ed alla conformazione dei ponti e delle eventuali tombinature presenti a valle.
Da questo punto di vista, gli effetti benefici della presenza della vegetazione quali il consolidamento delle sponde, la trattenuta di materiale liteo, sedimenti e detriti legnosi, l’aumento del tempo di corrivazione, e in definitiva l’attenuazione dei picchi di piena, riducono, a livello di bacino, il rischio di esondazione.
È’ opportuno quindi individuare prioritariamente i tratti di corso d’acqua che attraversano zone a più elevato livello di vulnerabilità (centri abitati, ponti, infrastrutture in genere) garantendo il mantenimento delle sezioni minime di deflusso, anche attraverso il taglio della componente arborea nelle fasce di pertinenza di magra.
Sulle sponde sarà necessario avere una vegetazione elastica, che quando sommersa si possa agevolmente flettere riducendo la velocità dell’acqua, ma che allo stesso tempo protegga il suolo dall’erosione.
Tali effetti possono essere assicurati, nel caso di vegetazione arborea, da piante o polloni mantenuti in uno stato giovanile.
È’ quindi opportuno programmare gli interventi colturali periodici al fine di mantenere un gradiente strutturale che, partendo da piante più giovani e flessibili sulla parte delle sponde prossime al letto dell’alveo arrivi ad alberi, anche singoli, siti sulle parti più esterne, mantenendo comunque una densità tale da permettere, dopo gli interventi, la ripresa dei processi di rinnovazione.
I tagli saranno più intensi e frequenti nelle zone dell’alveo aventi sezione più strette e basse.
La scelta delle piante da abbattere cadrà su quegli individui che, da un’analisi visiva, evidenziano segni di instabilità (presenza di lesioni, marciumi, marcati disseccamenti della chioma, ecc.) e su quelli che per densità e posizione reciproca possono favorire l’accumulo dei detriti legnosi di grosse dimensioni LWD (Large woody debris) .
Dove reso possibile dalle caratteristiche delle specie, si dovrà mirare ad una struttura verticale pluristratificata con soggetti giovani e vigorosi nel piano dominante e una orizzontale che permetta la presenza di un sottobosco di specie arbustive. Particolare attenzione dovrà essere posta a monte di restringimenti di sezione, come ad esempio le luci dei ponti o di eventuali tombinature, dove l’ostruzione causata da tronchi o altro materiale arboreo od arbustivo portato dalla corrente potrebbe essere causa di gravi inconvenienti.
Sulla base di quanto sopradetto, quando si effettuano interventi di manutenzione della vegetazione in alveo bisogna già in fase di progettazione verificarne la compatibilità idraulica.
Considerando che le associazioni vegetali ripariali, oltre a costituire un importante valore ecologico e fungere da agenti di una notevole attività di depurazione delle acque, possono essere considerate come la più naturale delle difese idrauliche, efficaci per la limitazione dell'erosione e per il rallentamento della corrente nelle zone d'alveo non soggette ad invaso permanente, purché compatibile con il livello di massima piena.
Risulta quindi evidente la necessità di mantenere la vegetazione esistente lungo l’alveo normalmente attivo, limitando gli abbattimenti ad esemplari ad alto fusto morti, pericolanti, debolmente radicati, che potrebbero costituire un potenziale pericolo in quanto facilmente scalzabili e asportabili in caso di piena. La necessità di abbattere le piante di maggior diametro deve essere valutata nelle diverse zone dell’intervento, in funzione delle sezioni idrauliche disponibili, sulla base di opportune verifiche, che facciano riferimento a precise condizioni di piena con prefissati tempi di ritorno al fine di garantire il buon regime delle acque.
Le devegetazioni spinte vanno pertanto accuratamente evitate, mentre deve essere avviata una manutenzione regolare del corso d’acqua che preveda in generale un trattamento della vegetazione esistente allo scopo di renderla non pericolosa dal punto di vista della sicurezza idraulica; ciò si ottiene di norma con tagli selettivi e diradamenti mirati, mantenendo le associazioni vegetali in condizioni "giovanili", con massima tendenza alla flessibilità ed alla resistenza alle sollecitazioni della corrente, limitando in sintesi la crescita di tronchi con diametro rilevante e favorendo invece le formazioni arbustive a macchia irregolare.
Per quanto riguarda le competenze amministrative sulla pulizia dei rivi.
CRITERI DI DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI
Sulla base di tali precetti dall’anno 2000 ad oggi i principali rivi e torrenti presenti sul territorio del comune sono stati monitorati e studiati al fine di individuare tempestivamente quei tratti che presentavano uno stato vegetazionale tale da poter costituire intralcio al normale deflusso delle acque in piena, oltre ad individuare e quantificare i necessari interventi di bonifica e pulizia.
Il metodo utilizzato per la redazione di tali indagine si è articolato nelle seguente fasi:
- ANALISI CARTOGRAFICA DEI RIVI
- RILEVAMENTI VEGETAZIONALI SUI RIVI
- ANALISI E INTERPRETAZIONE DEI DATI RACCOLTI
- RILIEVI SPEDITIVI DI CONTROLLO
- REDAZIONE DI PROPOSTA DI INTERVENTO CON ANALISI PREZZI E STIMA DEI LAVORI
Qualora nel corso dei rilevamenti effettuati vengono riscontrate delle situazioni di particolare criticità (quali ad esempio alberi abbattuti, crollo di strutture d’argine, etc) si procede con la segnalazione urgente agli organi competenti ed al Comune, oltre ad intervento immediato nel caso di situazioni di modesta entità.
NORMATIVA SPECIFICA E VINCOLI DI INTERVENTO
Gli interventi proposti sono conformi ai criteri ed agli indirizzi di cui alla deliberazione della Giunta Regionale n° 824 del 11 luglio 2008 che tende a rendere la vegetazione esistente non pericolosa dal punto di vista della sicurezza idraulica con tagli selettivi e diradamenti mirati, mantenendo le associazioni vegetali in condizioni “giovanili” favorendone la tendenza alla flessibilità ed alla resistenza alle sollecitazioni della corrente.
Lo stesso decespugliamento degli arbusti è limitato ,procedendo a macchia di leopardo, per la creazione di passaggi di servizio finalizzati alla realizzazione delle opere sopradette.
Inoltre sono commisurati a quanto prescritto dal “Regolamento per la tutela dell’idrofauna ed il ripristino delle popolazioni ittiche”, allegato 2 alla Carta Ittica della Provincia di Savona, che esplica le modalità applicative dell’art. 16 della LR 35 del 29/11/1999 e succesive modifiche ed integrazioni, in particolare al mantenimento della vegetazione ripariale ed a quello della continuità morfologico-funzionale tra acqua, terreni e vegetazione. Pertanto verranno mantenute assolutamente le piante di maggior interesse naturalistico (vedi canna palustre) e nel caso dell’ontano nero verranno abbattuti soltanto gli esemplari che per altezza, posizione e condizioni costituiscono possibile intralcio al normale deflusso delle acque in piena.
Il materiale di risulta grossolano a seconda delle condizioni dell’alveo viene o spezzato in porzioni non superiori ai 2 metri e quindi raccolto e stoccato sulle sponde ( mentre quello minuto viene sminuzzato sul posto, possibilmente ai lati dell’alveo, ove subisce i naturali processi di decomposizione organica evitando al contempo che questi processi di decomposizione avvengano in acqua determinando un repentino incremento nel consumo dell’ ossigeno disciolto e compromettendo la qualità del corso idrico), oppure raccolto e rimosso dall’alveo.
Le relative operazioni sono tempestive affinchè eventuali piene improvvise non trasportino a valle il materiale di risulta ostruendo le infrastrutture di attraversamento.
Non vengono utilizzati mezzi meccanici al fine di non alterare e compromettere le funzioni biologiche del corso d’acqua e dei suoi ecosistemi ripariali, prestando pertanto attenzione non solo alla vegetazione fluviale ma anche alla fauna ittica ed alla fauna minore presente nell’alveo.
GLI INTERVENTI ATTUATI
Sulla base delle indagini svolte e delle successive proposte di intervento, dal 2000 ad oggi sono stati realizzati gli interventi meglio esplicati nell’elenco allegato alla presente (all. 1). Gli interventi sono stati realizzati in parte con fondi comunali (valore economico circa 575.000,00 €) ed in parte con fondi provinciali e regionali (valore economico circa 355.000,00 €).
Sinteticamente si informa che dal 2000 ad oggi sono stati puliti dalla vegetazione 133 tratti di torrenti e rivi comunali per una lunghezza complessiva di 67.840 ml., che hanno interessato non solo i due torrenti principali Letimbro e Lavanestro ma altri rii quali:
rio Madonna del Monte o Valletia,
rio Quattro Stagioni,
rio Del Bricco,
rio Molinero,
rio Cà di Bò,
rio Canaiella,
rio Bricco,
rio San Cristoforo,
rio Galletto,
rio Ritorto,
rio Mandorletta,
rio Montà,
rio Rian,
rio Pizzuta,
rio Priocco,
rio Loriano,
rio Acquabona,
rio Termine.
Più specificatamente, in riferimento ai torrenti principali si può riassumere la seguente casistica:
il torrente Letimbro,, nel tratto tra la foce e località Montegrosso ha una lunghezza di circa 15.000 ml., nel periodo 2000- 2011 è stato interessato da 44 interventi per una lunghezza complessiva di circa 36.970 ml.;
il torrente Lavanestro, nel tratto tra la confluenza nel torrente Letimbro e la sorgente sita in località Cadibona, ha una lunghezza di circa 8.500 ml., nel medesimo periodo 2000-2011 è stato caratterizzato da 24 interventi per una lunghezza complessiva di circa 7.700 ml.
GLI INTERVENTI IN PROGRAMMA
Concludendo, i dati sopra riportati dimostrano che ormai la manutenzione dei rivi ha raggiunto una frequenza non più occasionale ma continuativa e periodica, tale da contenere automaticamente la vegetazione spondale di rivi e torrenti ad uno stadio prettamente giovanile, o comunque in condizioni tali da non costituire ostacolo od impedimento al normale deflusso delle acque, anche in condizioni di piena.
Rimanendo a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti si porgono cordiali saluti.
Il tecnico incaricato
(dott. Danilo Pollero)