Il Gruppo Noberasco si insedierà alla Paleta. La notizia pare ormai certa e mancherebbe solo l’ufficializzazione dell’accordo che sarebbe stato firmato. La Toshiba è interessata ad un mega capannone del Gruppo Pensiero, nelle aree ex Agrimont, e sebbene in questo caso la trattativa sia ancora in corso, il fatto che la stessa Regione sia scesa in campo dimostrerebbe che è molto più di una semplice ipotesi. Insieme significherebbero oltre 300 posti di lavoro. Magari non tutti per la Val Bormida, ma comunque sia, di questi tempi oro che cola.Il Gruppo Noberasco di Albenga è leader internazionale nel settore della frutta secca, con siti produttivi a Vado Ligure e Albenga, ed un fatturato, nel 2011, di 68 milioni di euro. Secondo indiscrezioni, l’investimento per concentrare la sua attività sul territorio di Carcare si aggirerebbe sui 30 milioni di euro, con insediamenti produttivi e palazzina uffici, occupando circa 45 mila mq, ovvero quasi la metà del sito di proprietà della EMI dell’imprenditore cengese Gianpaolo Bagnasco che realizzerà i capannoni e la palazzina praticamente “chiavi in mano”.Ovviamente soddisfatto il sindaco di Carcare, Franco Bologna: “Non abbiamo ancora una conferma formale della chiusura della trattativa, ma ci risulta che ci siano tutti i presupposti perché si chiuda positivamente a breve. Un’ottima notizia per Carcare, ma anche per tutta la Val Bormida, visto che si parla di molti posti di lavoro e di un insediamento di qualità e qualificante per lo stesso sito, così come era nei nostri obiettivi”.
Un po’ più nebulosa la situazione della Toshiba, colosso giapponese già presente in Liguria da più di un anno, con l'acquisizione del 67% della Ansaldo «T&D», attiva nel settore degli impianti per la trasmissione e distribuzione elettrica e di impianti fotovoltaici di livello industriale.Lo stesso imprenditore Franco Pensiero non nasconde che i contatti si stanno inseguendo da qualche mese, e che sono già stati due i sopralluoghi dei responsabili della multinazionale sulle aree ex Agrimont, incentrati su un capannone di 7 mila mq. Struttura che avrebbe tutte le caratteristiche richieste per la produzione dei trasformatori, ad iniziare dall'altezza.Il fatto, poi, che la stessa Regione sia uscita allo scoperto, annunciando che è in elaborazione un emendamento alla legge sui nuovi insediamenti che includerebbe, appunto, negli incentivi anche le grandi aziende, non fa che confermare che l’operazione, che si gioca appunto tra il sito valbormidese e il parco tecnologico genovese degli Erzelli, sia a buon punto.
Positiva è poi la creazione del Polo della Meccanica, nell’area della Pertite, tra Cengio e Millesimo. Un’operazione probabilmente più lenta del previsto, e che non porterà grossi numeri occupazionali, visto che si basa sul trasferimento della Fresia Spa e sull’insediamento, ma anche qui si tratta soprattutto di trasferimenti da altre sedi, di altre 8 piccole-medie realtà produttive. Ma è comunque un insediamento che darà solidità, razionalizzazione e nuovi input al comparto che potrebbero quindi tradursi in sviluppo produttivo e quindi possibilità occupazionali.
Il rovescio della medaglia, rispetto a queste notizie (auspicando una conclusione positiva di tutte le operazioni), è l’incognita delle aree Acna. Un esempio che proprio a fronte di possibili nuovi insediamenti a Carcare e Cairo e Pertite, diventa ancora più eclatante: il sito ha immensa potenzialità, è più che competitivo anche da un punto di vista logisitco, è bonificato e certificato da tempo, con costi non certo da poco, eppure tutto rimane bloccato nella diatriba del danno ambientale. Sia chiaro, non che si debbano dimenticare precise responsabilità, ma la palude in cui le potenzialità di quel sito stanno sprofondando, e con esse il rilancio di Cengio e di gran parte della Val Bormida ligure e piemontese, richiamo responsabilità politiche, tecniche e morali quasi altrettanto gravi.
Così non può che destare perplessità la situazione delle aree della Ferrania: certo all’orizzonte ci sono insediamenti come la Cartiera (40 posti di lavoro) e il Biodigestore. Ma al di là di qualsiasi considerazione ambientale e sull’opportunità, è comunque ben poca cosa rispetto al progetto originario sul fotovoltaico che sembra ormai giunto ad un punto morto. E sull’eolico, come mai il governatore Burlando non dice più nulla? O i nuovi incentivi riguarderanno anche quello?
Tra i due rovesci della medaglia, l’emorragia di servizi e sportelli sul comprensorio, in un controsenso del tutto italiano: da un lato si spinge e sembra possano arrivare nuovi insediamenti, dall’altro si tolgono o si depotenziano servizi e sportelli: dall’ospedale ai treni, sino alla ventilata chiusura degli uffici Inail di Carcare.Questi non sono certo incentivi.