"Nel gennaio del 2012 Democrazia Atea con una lettera aperta al Presidente Monti denunciava che le manovre di risanamento non sarebbero servite a sistemare i nostri conti interni quanto piuttosto a creare il fondo istitutivo del MES.
La tassazione straordinaria imposta dal Governo si sarebbe tradotta in una inutile perdita di diritti, dalla sanità alla tutela del lavoro, faticosamente conquistati negli anni precedenti.
La Banca d'Italia ha diffuso un bollettino che, per quanto inquietante, non turberà le vacanze ferragostane dei più.
I dati diffusi confermano l'inutilità delle manovre di contenimento della spesa pubblica e i fondi dirottati verso il MES hanno reso inutile ogni speranza di intaccare il debito pubblico.
Il deficit pubblico (in sintesi il saldo tra le spese e le entrate dell'anno corrente) si profila per il 2012 come ingestibile e tale da incrementare a dismisura il debito pubblico (in sintesi il debito dello Stato consolidato negli anni e coperto dall'emissione di titoli pubblici).
Il prossimo passo sarà quello di propinarci come ineludibile la vendita dei beni pubblici, il nostro Patrimonio.
Sappiamo già che le banche in questo frangente stanno compilando la "lista della spesa" e i partiti, dal PD al PDL passando per l'UDC, si stanno appostando vicino alle casse, con la mano tesa, sicuri che dalla vendita qualche spiccioli per la "mancia" resterà nelle loro tasche.
Democrazia Atea propone piuttosto la vendita di tutti i beni di proprietà dello Stato inclusi nel FEC - Fondo Edifici di Culto- e oggi affidati gratuitamente agli enti ecclesiastici".