''I cinesi - aggiunge - prosperano e le nostre aziende chiudono. Finche' non capiremo questo, ogni parola spesa sullo sviluppo sara' un'illusione. Dopo otto mesi questo e' il bilancio disastroso della cura Monti: il debito, rispetto ad un anno fa, e' cresciuto in termini assoluti di 80 miliardi di euro (un anno fa era al 120% del pil, oggi al 123); il livello di tassazione ha raggiunto il record mondiale del 55% (l'anno scorso era due punti in meno); la produzione industriale e' in caduta libera, la disoccupazione ha raggiunto livelli mai visti negli ultimi 25 anni.
La nostra industria manifatturiera versa in una crisi gravissima''. ''Il nostro Paese - sottolinea Castelli - e' finito in una tenaglia che lo sta stritolando, le cui ganasce sono da un lato la crisi dell'euro e dall'altro la globalizzazione. Ci sono due numeri maledetti: 2 e 25.
Il primo e' il costo del lavoro di un'ora in Cina, 25 il costo del lavoro in euro di un'ora in Italia. Come fanno le nostre aziende a reggere questo confronto? Occorre che l'Europa imiti la politica degli Usa: Obama ha stampato trilioni di dollari per sostenere l'economia e ha messo barriere all'ingresso per i prodotti cinesi. Il risultato e' che l'economia americana cresce e le aziende tornano a produrre in patria''.