CGIL Informa - 03 agosto 2012, 18:13

Balneari: oggi primo sciopero degli ombrelloni

L’Italia balneare oggi 3 ore sotto il solleone. Clienti solidali con la categoria: non vogliono stravolgimenti. La protesta continua localmente con tuffi collettivi e bandiere a mezz’asta

Balneari: oggi primo sciopero degli ombrelloni

Grande soddisfazione per la massiccia adesione del mondo balneare allo sciopero indetto per oggi dalle principali associazioni di categoria: SIB – Confcommercio, FIBA – Confesercenti, CNA – Balneatori e Assobalneari Italia – Confindustria. La stragrande maggioranza dei 30.000 stabilimenti ha chiuso gli ombrelloni fino alle ore 11.00. Ma non solo l’Italia balneare ha risposto positivamente e partecipato attivamente, anche la clientela che ha subito un ‘piccolo disagio’ è stata solidale con la categoria, ne ha condiviso le preoccupazioni e ribadito la necessità che non si vada in nessun modo a stravolgere un modello di accoglienza "personalizzata" che apprezzano e che ritengono insostituibile, invidiataci in tutto il mondo. 

Gli stabilimenti balneari hanno voluto, in questo modo, segnalare con forza al Governo la necessità di riprendere al più presto il dialogo con Regioni, Province e Comuni, fermo dal febbraio scorso, per trovare le soluzioni che permettano alle imprese balneari italiane di non andare all’asta. 

Ma questa estate in spiaggia gli animi resteranno agitati e le temperature ancora molto calde in quanto le imprese rimarranno in stato di agitazione e localmente saranno assunte le iniziative più disparate: dal tuffo collettivo alle bandiere a mezz’asta. Speriamo che non siano necessarie altre manifestazioni a livello nazionale in quanto è stato chiaro il segnale che questa mattina si è colto sulle spiagge italiane: questo è stato il primo passo ed i balneari sono pronti a tutto per difendere il proprio lavoro, il futuro delle imprese e delle famiglie e, con esse, salvaguardare questo sistema tipicamente italiano che da oltre un secolo traina il turismo del Paese. I servizi di spiaggia sono, infatti, il nostro fiore all’occhiello, il vanto nazionale e andrebbero incentivati piuttosto che penalizzati, potrebbero così fornire un valido contributo per uscire da questa grave crisi economica.   

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