IL PUNTO DI MARIO MOLINARI - 25 luglio 2012, 11:30

Chi sta facendo cosa per Maersk a Porto Vado? (Cartello d'appalto tuttora non pervenuto)

Nel corso del nostro sopralluogo della scorsa settimana ai cantieri "propedeutici" alla Piattaforma Maersk di Porto Vado, avevamo notato che, imbertato tra due cumuli di inerti faceva capolino un camion dell’impresa Verus Srl di Magliolo

Chi sta facendo cosa per Maersk a Porto Vado? (Cartello d'appalto tuttora non pervenuto)

Non è per il gusto di far le pulci, ma l’assenza (fuorinorma per non dire fuorilegge) del cartello di appalto rende particolarmente complesso capire chi fa cosa là dentro.

La Verus Srl è certamente tra le imprese più attive in questo periodo, con un notevole viavai di bilici che dal cantiere Maersk di Porto Vado di dirigono a ponente, o vi giungono carichi di materiale che poi viene sversato sul timifo pennellone Maersk, che ha raggiunto ormai nell’omertà più completa, le dimensioni di un bel molo adulto.

E’un fatto che l’azienda ebbe qualche trascorso con la giustizia per l’accusa poi evaportata - mossa dall'allora PM Landolfi -  di aver partecipato, con i Fazzari ed altri, all’interramento di alcune migliaia di fusti tossici.

Iniziò così nel 1992

"AMBIENTE: DUE ARRESTI PER INCHIESTA DISCARICHE NEL SAVONESE (ANSA) - ALASSIO (SAVONA), 19 LUG 1992 - Due persone, padre e figlio, sono state arrestate questa mattina nell' ambito dell' inchiesta che la magistratura sta conducendo sulle discariche scoperte nel savonese nelle quali sarebbero sepolti fusti con sostanze ritenute presumibilmente nocive. I due arrestati sono Luigi Verus, 52 anni, e il figlio Nicolino, di 38, entrambi soci di una impresa edile per la movimentazione dei materiali nelle discariche di Tovo San Giacomo e di Magliolo. Luigi Verus e' anche assessore al comune di Tovo San Giacomo. Gli arresti, su disposizione della magistratura, sono stati effettuati questa mattina dagli uomini del commissariato di polizia di Alassio. La vicenda ha avuto inizio qualche tempo fa quando in alcune discariche del savonese sono stati scoperti, sepolti sotto uno strato di terriccio e rifiuti, migliaia di fusti che potrebbero contenere sostanze nocive. L' indagine, che e' ancora in pieno svolgimento, ha gia' coinvolto numerose persone tra cui imprenditori e pubblici amministratori. (ANSA)." --- Proseguì così nel 1995 RINVIATA UDIENZA PRELIMINARE PER FUSTI TOSSICI NEL SANONESE (ANSA) - SAVONA, 15 DIC 1995 - E' iniziata, ma e' stata subito rinviata, l' udienza preliminare per l' inchiesta nata nel 1992 con il rinvenimento di migliaia di fusti tossici nella cava Fazzari di Borghetto Santo Spirito. Dagli atti del processo e' emerso un particolare fin qui ignoto: i raporti tra il faccendiere Federico Casanova e alcuni esponenti del governo polacco. Nei verbali si fa il nome di un ministro del carbone che soggiorno' per diversi giorni in Riviera. Gli indagati sono dieci: Francesco e Filippo Fazzari, titolari della cava Pattarello a Borghetto; Federico Casanova, ex petroliere di Finale, Udo Neerfeld, il tedesco socio della Fumeco di Tovo; Fiorenza Bonorino, intermediaria d' affari; Luigi e Nicolino Verus, padre e figlio autotrasportatori di Magliolo; Eligio Accame, ex sindaco di Tovo, geologo e imprenditore in difficolta'. E poi il socio di quest' ultimo, Bartolomeo Bonura. Il rinvio a giudizio e' stato chiesto anche per Maurizio Zunino, ex vice sindaco di Albisola Superiore che, secondo l' accusa, avrebbe preteso un compartecipazione nella societa' che voleva realizzare un inceneritore nella cittadina rivierasca. Le accuse vanno dalla concussione, all' abuso d' ufficio, fino al disastro doloso e all' avvelenamento delle acque. (ANSA)" --- E "finì" apparentemente così nel 2001: AMBIENTE: BIDONI TOSSICI NEL SAVONESE, IMPUTATI ASSOLTI (ANSA) - GENOVA, 9 APR 2001 - Tutti assolti in primo grado perche' ''il fatto non sussiste'' i sette imputati al processo per lo scandalo dei bidoni di rifiuti tossici nel savonese. E' questa la sentenza emessa oggi dal tribunale di Savona presieduto da Francesco Meloni. Il WWF, una delle otto parti civili nel processo, ha annunciato che una volta conosciute le motivazioni (sono attese fra 90 giorni) chiedera' al pubblico ministero di ricorrere in appello. Per tre degli imputati, Francesco e Filippo Fazzari, proprietari della cava di Pattarello, e Fiorenza Bonorino prestanome della societa' Fumeco, il Pm Alberto Landolfi aveva chiesto sei anni di reclusione per ognuno per disastro doloso e avvelenamento delle acque. Per l' ex sindaco di Tovo San Giacomo, Eligio Accame, accusato di falso ideologico, aveva chiesto due anni, mentre l' assoluzione per insufficienza di prove era stata chiesta per Federico Casanova e i fratelli Luigi e Nicolino Verus. Nel '92, le forze dell' ordine portarono allo scoperto 20 mila bidoni di rifiuti tossico-nocivi e oltre 20 mila tonnellate di rifiuti tossici e speciali smaltiti illegalmente. Altri 40 mila bidoni, ricorda il WWF, sono stati nascosti e mai rinvenuti nel levante ligure secondo le confessioni di uno dei principali imputati, Filippo Fazzari. ''La rete del malaffare - ricorda l' associazione ambientalista - era stata individuata e ben conosciuta e si concentrava nellþalbenganese e nel finalese: nella cava Fazzari di Pattarello, nelle discariche comunali di Tovo San Giacomo, Magliolo e di Borghetto Santo Spirito, l' inceneritore di Tovo e lo stoccaggio provvisorio, Fumeco, di Andora. Tutto questo è ancora un' emergenza cui lo Stato ha destinato decine di miliardi per la bonifica e la messa in sicurezza. Vorremmo anche che alla giustizia fossero assicurati i responsabili''. (ANSA)."

La Stampa del 27 aprile 1995 parlava di 15 mila fusti a Tovo San Giacomo, 20mila fusti trovati a Borghetto Santo Spirito, fin su a Magliolo, con 3000 fusti sotterrati.

Vedi articoli d'archivio de La Stampa di Savona QUI, QUI, QUI e QUI

(cliccare sui link per leggere)

Autisti come Piero Scaletta, di Millesimo, testimoniarono nella primavera ’95 di strane sostanze emerse durante alcuni scavi. Fatti di dieci anni prima, ma lo stesso PM Landolfi parlò di bomba ecologica, costituita probabilmente da scarti di lavorazione dell’ex FUMECO di Udo Neerfeld.

Ma in primo grado vennero poi come detto tutti assolti,
e dei fusti tossici - se ne persero un po’ le tracce nei meandri degli scaricabarile sul “chi paga la bonifica?”

***

Senza pretese di grandi ricostruzioni e tornando al presente di ieri a Porto Vado (24 luglio 2012) in pochi minuti a campione sono stati avvistati ben due bilici pesanti marchiati Verus, entrare nell’anonimo cantiere pre- Maersk provenienti da ponente con il loro carico di inerti.

Macerie da demolizione? Per le quali, se non ricordiamo male, non sarebbe consentito il libero scarico a mare o in battigia. Le fotografie dicono ma non chiariscono, cosa che viceversa dovrebbero fare Comune e Autorità competenti.

Da tempo.

mpm

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