Attualità - 01 luglio 2012, 07:47

RSFC (Rete Savonese Fermiamo il Carbone): troppe cose non tornano

fermissima opposizione a qualsiasi ipotesi di AIA più o meno “transitoria” richiedendo che siano attivate in modo scrupoloso e immediato tutte le azioni a tutela dei cittadini e del territorio, senza ritardi e senza inopinate “scorciatoie”

RSFC (Rete Savonese Fermiamo il Carbone): troppe cose non tornano


Alcuni rappresentanti della RSFC (Rete savonese “Fermiamo il carbone”), di cui fanno parte molti Comitati, Associazioni e Partiti savonesi, giovedì scorso hanno avuto un incontro formale con i Sindaci e gli Assessori all’ambiente dei Comuni di Vado Ligure e Quiliano per un confronto  sugli sviluppi dell’iter del potenziamento della centrale a carbone


Come Rete Savonese “Fermiamo il carbone” abbiamo anticipato in linee generali le prossime azioni giuridiche e legali che si intendono portare avanti con la massima determinazione, a tutela della legge e della salute della cittadinanza della provincia di Savona.

Abbiamo ancora ribadito le nostre posizioni che esprimono concetti chiari: noi crediamo nello Stato, nel rispetto di tutte le leggi e nella Costituzione come legge fondamentale. Il rispetto e l’applicazione delle leggi tutelano il lavoro, la vita e la salute di tutti i cittadini.

Come più volte ripetuto non è nostro obiettivo la chiusura di impianti (al contrario da sempre rimarchiamo l'indispensabile difesa dell'occupazione anche con il ricorso al metano come male minore).

Noi nutriamo il massimo rispetto per i lavoratori della centrale, come del resto per tutti i lavoratori: nel campo turistico, nell’agricoltura e nella industria delle rinnovabili (come portatrice di sviluppo tecnologico).
 

Abbiamo ribadito alcuni nostri punti principali:

-la motivata, ferma contrarietà ad ogni ipotesi di costruzione di nuovi gruppi a carbone;

-la disponibilità al confronto sull’ipotesi di nuovi gruppi a metano (accettabili  come male minore), proprio per venire incontro a necessità occupazionali.

-lo scrupoloso rispetto delle procedure e delle normative di legge, sia per quanto riguarda gli iter autorizzativi che per quanto riguarda le normative sanitarie e ambientali


-la necessità, di procedere da subito a misurazioni pubbliche e verificabili sia delle emissioni ai camini sia agli scarichi idrici alla foce del  torrente Quiliano( che ad oggi ci risultano  entrambe effettuate a cura della  stessa azienda).

-la necessità di verificare la provenienza del gravissimo inquinamento nei sedimenti marini alla foce del Quiliano.

Per quanto riguarda l’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) abbiamo evidenziato a proposito dei vecchi gruppi a carbone 3 e 4 (che funzionano da almeno 5 anni sprovvisti di AIA) :
•    la stessa centrale a proposito dei sistemi di trattamento fumi ha dichiarato che “non permettono ulteriori improvement tecnologici”
•    il presidente della Regione Burlando oltre a parlare di "inquinamento colossale" ha dichiarato: “due vecchi gruppi da 330 Mw che sono stati realizzati nel 1971 e che ormai hanno raggiunto la fine della loro vita produttiva... Hanno già 40 anni: non si può pensare di tirare loro il collo ulteriormente”
•    i sindaci Isetta e Giacobbe avevano chiaramente dichiarato: “Mancano quindi i presupposti per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per quanto riguarda gli esistenti gruppi 3 e 4 …

 

Abbiamo quindi chiesto ai Sindaci, che, avvalendosi delle prerogative e delle responsabilità a loro riconosciute dagli art. 29 quater e 29 septies del D. Legvo 29 giugno 2010 n 128, diano prescrizioni a tutela della salute e del territorio ribadendo come espressa prescrizione la richiesta di VIS ( valutazione di impatto sanitario ) in riferimento alla Carta di consenso di Goteborg  e ricordando, per quanto riguarda i dati emissivi la nota DVA-2011-0000835 del 17.01.2011 del Ministero dell’Ambiente che fissa i valori limite per i gruppi 3 e 4 (130 per SO2, 140 per Nox , 15 per le polveri.)


Quindi, per i motivi suesposti, abbiamo rinnovato la nostra fermissima opposizione a qualsiasi ipotesi di AIA più o meno “transitoria” richiedendo che siano attivate in modo scrupoloso e immediato  tutte le azioni a tutela dei cittadini e del territorio, senza ritardi e senza inopinate “scorciatoie”.
 Per la Rete savonese “Fermiamo il carbone” erano presenti all’incontro:
ARCI
Comitato Spotorno Noli
Federazione Verdi
GasSA
Legambiente
Noi per Savona
Rifondazione Comunista
Ubik
Uniti per la Salute



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