Si è conclusa oggi l'Assemblea nazionale dell'Unione delle Province Italiane a Roma, assemblea durante la quale l'UPI ha presentato le proprie richieste al Governo in procinto di emanare il decreto sulla Spending Review sulla nuova organizzazione dello Stato e delle province.
In questi due giorni si sono confrontate tutte le parti produttive del paese, dalle organizzazioni datoriali a quelle sindacali, dal mondo della cooperazione a quello delle camere di commercio.
Era presente e ha concluso i lavori il Ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri.
Il Presidente della Provincia di Savona Angelo Vaccarezza da Roma ha dichiarato: “I lavori sono stati molto positivi e soprattutto credo che il mondo degli amministratori locali che rappresentano le province abbiano dato, ancora una volta, testimonianza di grande senso di responsabilità. Ciò che noi chiediamo non è la permanenza delle “poltrone” dei presidenti, ma la presenza di un ente intermedio fondamentale per il cittadino, che si ponga a metà strada tra il Comune e la Regione. Ente assolutamente insostituibile da altre agenzie, oggi ipotizzate, che non sarebbero in grado di assolvere la funzione delle province e comporterebbero invece un drammatico aumento dei costi.
L'UPI ha presentato un piano di risparmi efficace e fattibile, che prevede tagli e accorpamenti importanti, un piano che comporterebbe un risparmio ben superiore a quello che il Governo ha approvato suo tempo.
Oggi ci attendevamo qualche notizia in più dal Ministro Cancellieri ma comprendiamo che la situazione attuale non le consente di sbilanciarsi, specie in vista degli appuntamenti a Bruxelles dei prossimi giorni.
Lunedì finalmente sapremo quale sarà l'intenzione del Governo sulle province .
Ci auguriamo che il nostro piano sulla riorganizzazione delle province sia accolto, per noi è fondamentale che permangano le competenze e che rimanga invariata l'elezione diretta del presidente. Le province come ente di secondo grado costerebbero in egual misura ma non avrebbero la stessa autorevolezza sul territorio che oggi hanno. Un presidente eletto con lo stesso sistema elettorale della comunità montane non avrebbe infatti la possibilità di incidere in decisioni fondamentali per lo sviluppo del suo territorio.
Mi auguro che le nostre richieste vengano accolte, poiché, se così non sarà, e se quindi le province non avranno le competenze che oggi hanno e saranno semplicemente un guscio vuoto e costoso, un ente inutile senza governatori eletti, senza competenze specifiche, senza un ruolo per i cittadini, allora sì che sarà davvero meglio chiuderle.”