Riorganizzazione della rete dell’emergenza, l’assessore regionale Claudio Montaldo propone chiaramente in maggioranza il declassamento dei Pronto soccorso degli ospedali di Cairo e Albenga a a presidi di primo intervento. Aperti 12 o 24 ore, “a discrezione dell’Asl competente”. Secondo il piano dell’assessore – che non è mai stato certo un “benefattore” dell’ospedale cairese, i presidi di primo intervento ospedaliero (PPI) dovranno garantire la risposta agli accessi e la prima stabilizzazione del paziente ad alta complessità per consentire il trasporto dello stesso al pronto soccorso/Dea più appropriato.Secondo l’assessore, infatti, alcuni reparti classificati, appunto, come Pronto soccorso non avrebbero, in realtà, le competenze, attrezzature, ragioni logistiche ed organizzative per essere realmente considerate tali.
Prudente, per ora, il sindaco cairese Fulvio Briano: “Quella di Montaldo è per ora solo una proposta, che l’assessore ha in mente certamente da tempo, ma che dovrà ottenere ancora l’approvazione della giunta e del Consiglio regionale dove, auspico, che le prese di posizione bipartisan a favore del Pronto soccorso di Cairo da parte della totalità dei consiglieri regionali savonesi si traducano in fatti. Certo – prosegue – fa specie che la mannaia della Regione cali proprio dopo che si è ottenuto un adeguamento dell’organico del Reparto e dopo che pareva si fosse concordato sulla necessità di preservare quella struttura proprio perché a servizio di una zona disagiata e morfologicamente difficile”.Per Briano, poi, “se il problema di Montaldo è inserire per forza anche il reparto cairese nella riforma, cambiandone il nome, ma mantenendo orari, personale e prestazioni, non c’è motivo di polemica o sollevazioni. In caso contrario… Anche perché non si possono fare paragoni tra una situazione come Albenga e Pietra Ligure, con due mega ospedali a 8 chilometri uno dall’altro, e Cairo”.
Non distante la posizione del vice presidente del Consiglio regionale, Michele Boffa, valbormidese: “La riorganizazione applicata a certe realtà, come Albenga, significherebbe un reale e notevole risparmio, ma nel caso specifico di Cairo, l’unico risparmio ci sarebbe se si decidesse per un orario di 12 ore, cosa che sarebbe inaccettabile e inammissibile. Che lo chiamino, quindi, pure Primo intervento, “Pinco Panco” o come vogliono, l’importante è che non si modifichi di una virgola l’attuale organico, tra l’altro proprio recentemente ampliato, le prestazioni e l’orario. Certo, le urgenze e i casi più difficili possono e devono essere dirottati verso strutture in grado di affrontarle in sicurezza, ma la Val Bormida ha comunque bisogno di un punto di riferimento per l’emergenza che non può essere diverso dal Pronto soccorso di Cairo”.
“Noi l’avevamo detto”, è, invece, in sintesi, la reazione del Pdl cairese che non si fa certo scappare l’occasione per una dura critica. Spiegano: “Con la perdita del Pronto soccorso e di conseguenza delle varie reperibilità, ci si avvia alla chiusura dell’ospedale. Questo era già scritto. Uno dei punti di battaglia della campagna elettorale del sindaco Briano è stato proprio il potenziamento dell'ospedale, ma a elezioni avvenute la verità si manifesta. Ora spenderemo 2,5 milioni di € di soldi nostri per le nuove sale operatorie,in un momento in cui nel nostro ospedale molti servizi vengono o eliminati o ridimensionati: probabilmente nella migliore delle ipotesi le useranno i privati, nella peggiore non saranno terminate in quanto i soldi non basteranno. Il consigliere regionale Stefano Quaini alcuni giorni fa dichiarava rispondendo al consigliere provinciale Oscar Dogliotti che per il ridimensionamento dell’ospedale di Cairo sarebbero dovuti passare sul suo corpo; ora dichiara che in Liguria sono sufficienti 3 centrali del 118, e avalla la chiusura di altri servizi”.
E concludono: “Lentamente da anni assistiamo alla completa distruzione di un ospedale importantissimo per un territorio così vasto e impervio con una popolazione con una percentuale di anziani elevata. Questo è quanto la Regione di sinistra ha deciso di dare ad un territorio come la Val Bormida verso la quale non hanno nessun rispetto né delle amministrazioni né della popolazione. Noi come PDL e penso tutta la cittadinanza al di là del colore politico combatteremo in tutte le direzioni per mantenere quei servizi essenziali che sono alla base della nostra salute. Ora che le elezioni sono passate a quando una nuova visita di Burlando nel nostro ospedale?”