Bene ha Fatto Dario Freccero sul Secolo a ritirar fuori l'argomento.
Poi ti capita di passare notte e giorno nel tunnel dell’Arsenale - che già non si capisce perchè debba esser “tunnel” visto che sopra non c’è niente - ed ecco centinaia di luci al sodio sempre accese, quando più quando meno.
D’altronde, si dirà, col popò di centrale a carbone che questa città si ritrova accanto l’energia abbonderà... Come no. Abbonda per le... (ne vengon giù una sequela) di cose inutili, come appunto, il non-tunnel dell’Arsenale.
Per non andar lontano basta percorrere una delle gallerie di sottopasso della ferrovia che dall’Aurelia portano in Corso Stalingrado, per trovarsi immersi oltre che nell’afrore secolare di guano, in un’oscurità quasi perfetta.
Idem la notte lungo la strada a scorrimento veloce Savona Vado, dove gli amiconi della centrale vent’anni fa avevan promesso una specie di boulevard: non un lampione. Come del resto lungo la via Aurelia, tra Savona e Albissola: buio pesto.
Buio pesto anche sul terminal crociere, che per gli amanti del brutto (e sono tanti) potrebbe essere un ottimo biglietto da visita per chi arriva da Levante. Oscurirà totale anche sull'acclamato progetto di "cold ironing" che altro non è che l'alimentazione elettrica delle navi in porto, per evitare l'affumicatura diesel e cancerogena (per la quale si preparano denunce) dei cittadini che abitano l'arco portuale, grazie ai copiosi scarichi dei megageneratori sempre accesi delle navi Costa Crociere.
La pochezza dell’occhio e delle menti viene superata solo dall’indegna penombra d’oblio nella quale giacciono le lapidi partigiane, lungo le strade dove ragazzi vennero ammazzati come cani per la nostra libertà. Tutti bravi a parole, ma quando si tratta di accendere un lumino di dignità, c’è poco da fare: è subito torta di riso.
PS: anche la Signora Fanny Dallari, Vittima delle bombe di Savona, ringrazia per l’attenzione ipocriti & cialtroni.