Immaginiamo che i pozzi di trivellazione, che non noti rasoterra, siano molti, molti di più di quelli che stiamo immaginando. Centinaia...
Pensiamo adesso ad una terra prima svuotata nelle sue viscere come in palloncino sgonfiato, con numerose faglie. Faglie note dai tempi del duce, o da quando l’AGIP ha iniziato a cercare forsennatamente.
Voleva dar combustibili e gas al Paese il povero Mattei. A buon prezzo, dipendendo il meno possibile dalle compagnie straniere.
Ti ricordi le sette sorelle? Tutte ricche, poco belle.
Ipotizziamo adesso che accanto a giacimenti svuotati, sgonfi, qualcuno decida di usarne altri come serbatoio sotterraneo per il metano che ormai arriva dall’Africa e dall’ex URSS. Dove metterlo, quando non ne serve tanto? Sottoterra, la dove ce n’era.
Gonfia d’estate, quando fa caldo e lo usano solo le centrali (alcune), sgonfia di inverno,quando la gente deve scaldarsi. Su e giù, su e giù. Dopo milioni di anni di quiete.
Cosa potrebbe succedere in superficie? Spaccature, sprofondamenti, terremoti?
Figurati. Lo saprebbero in molti addetti ai lavori, da più di mezzo secolo. Ma figurati.
Ammettiamo che, studiato il sottosuolo dagli stessi che cercavano il gas e poi lo spazio per metterlo, si capisca e si veda che è pieno di faglie, poco sottoterra. Solo che... che facciamo dottore? Lo dichiariamo zona sismica?
Immaginiamo una risposta adirata da funzionario, che potrebbe suonare così:
“No, ma dico, è pazzo? capisco che lei è un geologo, ma qui... qui il Paese deve crescere! Serve energia, serve metano, caro il mio geologo! E se lei mi va a dichiarar la padana come zona sismica poi chi glielo racconta ai comuni che andiamo a trivellare proprio là in mezzo? Se l’opinione pubblica sapesse, ci troveremmo tutta la politica contro. Non scherziamo. Non parliamone neppure di terremoti, dia retta a me...”
“Ma dottore, qui i rischi ci sarebbero, specialmente se andassimo a sollecitare il sottosuolo e i giacimenti in pressione...”
“Basta. Lei neppure si immagina il giro d’affari. E’in gioco il futuro dell’Italia. Se c’è qualche rischio, pazienza. Dia qua quelle carte! Arrivederci, e... mi raccomando.”
Ma poi, molto poi, arriva internet. tanto chi andrebbe a consultare quelle vecchie scartoffie ingiallite e scannerizzate da quelli dell’ISPRA?
Immaginiamo che in un posto che si chiama Camurana, ad esempio, ci sia nientemeno che una COLLINA QUATERNARIA, appena sottoterra. E una spaccatura, una specie di faglia, lì sotto. C’è posto migliore per un po’di trivellazioni a qualche migliaio di metri sotto? Vai tranquillo.
Ma scusa, dov’è poi sta Camurana? Ah... vicino a Medolla...?
E lì attorno non vorrai dirmi che...
Naaaa. Ma figurati. Cosa c'entrerebbe il gas con sto terremoto che... è diverso dagli altri, dal solito. Sembra non finire mai...
Figurati. Nelle vecchie carte i pozzi di metano erano indicati in un cerchiolino rosso.
Un, due, tre stella?
Ma via, siamo seri. Gli esperti lo escludono. Anzi, lo escluderebbero...
E poi oggi è lutto nazionale (continua...)