La mostra organizzata a Palazzo Gavotti offre un'ulteriore e determinante tappa nell'ormai pluriennale percorso di avvicinamento alla produzione di alcuni fra i principali artisti italiani del Novecento, avviato dalla Pinacoteca Civica e dalla Fondazione Centofiori.
Da Guttuso a Treccani, l'attenzione è stata di volta in volta prestata a quei maestri noti non solo per la qualità intrinseca delle loro opere, ma anche per il costante impegno civile. Non poteva mancare in questo contesto, specie in corrispondenza del centenario della nascita, un'iniziativa dedicata ad Aligi Sassu e alla sua intensa vicenda umana e artistica, che ne presentasse gli altissimi esiti nel campo dell’arte e al contempo lo ricordasse attivo e partecipe degli eventi sociali e politici del suo tempo.
La mostra savonese, grazie al determinante intervento della Fondazione Helenita i Aligi Sassu di Milano, del cognato e gallerista Alfredo Paglione e di raccolte pubbliche e private, propone una significativa selezione di dipinti le cui tematiche vengono sviluppate negli anni liguri, nei diversi soggiorni compiuti fra il 1939 e il 1962.
Si tratta di un itinerario fra alcuni dei suoi soggetti preferiti, dal paesaggio alla vita sociale, dove la realtà appare spesso trasfigurata e riscattata a contatto con l’esuberante natura mediterranea e con le divinità che la abitano.
La mostra è strutturata in diverse sezioni: la serie dei Porti, dei Paesaggi, dei Caffé, de La Maison Tellier. L'esposizione di alcuni dipinti oggi presenti in collezioni liguri (Centro d'Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia, Galleria d'Arte Moderna-Musei di Nervi, Collezione d'Arte Pertini di Savona, raccolte private) esemplifica soggetti ricorrenti nella produzione dell'artista.
L’ultima sezione della mostra è riservata ai pannelli già appartenenti al ciclo Cronache di Albisola, commissionato nel 1948 dal proprietario del Ristorante Pescetto. Le opere, presentate oggi per la prima volta dopo la loro dispersione nel 1967/68 con la chiusura del locale, costituiscono l’elemento caratterizzante dell’esposizione e offrono una straordinaria e vivace testimonianza della comunità di artisti, ceramisti, letterati, critici, poeti, di cui Sassu faceva parte, che frequentavano la cittadina ligure ed erano soliti incontrarsi nei consueti ritrovi, il Bar Testa e il Ristorante Pescetto.
Dal 1 al 30 giugno presso i locali del “Circolo degli Artisti” di Albissola Marina (associazione voluta e ideata negli anni '60 da Sassu stesso), verranno invece esposte 35 ceramiche e sculture realizzate nelle fornaci albisolesi, tra queste il bassorilievo “Il ratto di Europa”.
Cronache di Albisola dal Ristorante Pescetto di Albisola Capo
Il percorso espositivo della mostra si sviluppa in diverse sezioni tematiche: la serie dei Porti e dei Paesaggi, i Caffé, La Maison Tellier per concludersi con la presentazione, per la prima volta dopo il loro smantellamento, di sei grandi pannelli a olio su masonite appartenenti al ciclo Cronache di Albisola. Realizzato negli anni '50 per il ristorante Pescetto di Albisola Capo, questo viene smembrato e disperso nel 1967/68 con la chiusura del locale ed è stato conosciuto, fino ad oggi, solo grazie a documentazione fotografica.
Il ciclo con le Cronache di Albisola era originariamente distribuito su di un pannello di masonite che ricopriva un'ampia superficie parietale e raffigurava molti dei personaggi che animavano la vita della cittadina colti in diversi momenti di incontro e di festa fra il mare e il giardino del locale. All’interno della composizione, se pur unitaria, potevano essere individuate scene distinte, illuminate dal sole o dai lampioni, con musica e balli fra gli alberi e le piante che circondavano tavolini ai quali sedevano artisti e letterati in compagnia del dio Nettuno insieme a sorridenti e compiaciute sirene. I piatti tipici del ristorante volavano nel cielo azzurro su animate tavolate cui faceva da sfondo la costa savonese; il mare davanti al molo del ristorante era popolato da cavallucci marini e da sirene.
La rappresentazione non si limitava a una sequenza puramente narrativa di quella stagione artistica, ma appariva trasfigurata in una dimensione senza tempo grazie alla propensione fantastico mitologica caratteristica dell’artista. Le cronache di quegli anni si sviluppavano sulle pareti come immagini di una umanità libera e felice che grazie all'arte e alla poesia entrava in un'età dell'oro e si trovava a convivere, fianco a fianco, con le divinità della tradizione mediterranea.
In primo piano, nei pannelli presenti in mostra, fra i personaggi allineati sulla spiaggia davanti alle case e alle colline albisolesi, sono ben riconoscibili le figure di Milena Milani e Carlo Cardazzo, promotori e protagonisti della straordinaria stagione artistica che ha visto la cittadina ligure al centro di incontri internazionali.
E' proprio alla volontà di Milena Milani, tramite la costituzione di una fondazione in memoria di Cardazzo, che oggi si possono ammirare nelle sale di Palazzo Gavotti capolavori di quegli stessi artisti, da Sassu a Fontana, Capogrossi, César, Garelli raffigurati nelle cronache albisolesi.