INDUSTRIA & COMMERCIO - 24 maggio 2012, 08:51

Savona: eppur non si muove

Ennesimo convegno pro Maersk. Dieci anni che ci provano ... ma le tecniche son chiare...

Savona: eppur non si muove

Le otto del mattino, anzi in po' prima. Accendiamo i computer. Attiviamo i server di posta. Breve scorsa alle mail coi comunicati stampa ed eccolo lì, fresco di giornata: l'ennesimo comunicato stampa relativo ad una qualche iniziativa volta a parlare della Maersk.

Non direttamente ovvio, se ne guardano bene gli squali dell'economia savonese. Ma facendoci il giro attorno e parlando dei "Progetti per Savona: nuovi scenari e strategie della città".

Basta scorrere un po' più giù nel testo e si legge: La città di Savona è interessata da significative esperienze di programmazione territoriale promosse dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti :il “Programma S.I.S.T.e.Ma” e più recentemente il “Progetto di Territorio nei territori snodo”che coordina i principali interventi infrastrutturali per lo sviluppo dell’area ligure-piemontese. Si tratta di interventi per i collegamenti alle reti di trasporto trans europee, denominate con l'acronimo TENT_T e per l’accessibilità del territorio integrato: porti e piattaforme logistiche, direttrici ferroviarie ed autostradali, aeroporti.

Parolina magica: Piattaforme logistiche... Maersk... Senza ritegno.

Ieri pubblicavamo un articolo nel quale mettevamo in evidenza le metodologie ben poco onorevoli con le quali si sta tentendo di costruire (palesemente inutilmente) il consenso per la realizzazione dei due progetto "fuffa" di Savona:

- ampliare l'uso del carbone, e quindi il tasso di mortalità per inquinamento e malattie respiratorie (ricordando che il mercurio i i metalli presenti nel carbone se inalati possono portare a gravi malattie nei neonati e nei bambini!!!!!!)

- costruire una piattaforma di circa 217 mila metri quadri di cemento nella rada di vado per depositare e poi portar via i container (ovviamente senza realizzare impianti produttivi in loco, quindi portando solo gravissimi danni e non ricchezza a Vado e alla Provincia).

E quali metodi usano questi soggetti?

Anzitutto organizzare iniziative martellanti sul territorio per stordire (e non informare) i cittadini: stessa tecnica usata da Berlusconi, "Parlarne bene, parlarne male, l'importante è che se ne parli". In questo senso le destre ai confederali e al PD hanno insegnato molto.

Iniziative, nota bene, che spaziano in direzione dei tre target principali: i cittadini Vadesi, gli studenti (sia universitari che, e qui la vergogna, delle scuole medie, attraverso iniziative come Fabbriche Aperte) e poi l'imprenditoria... Mancano solo i convegni per parlare delle panchine per i pensionati sulla piattaforma e calano il poker.

Ovviamente lo strumento per far leva resta sempre lo stesso: il ricatto occupazionale. Far passare la chiusura degli stabilimenti locali come inevitabili (anche se non è assolutamente vero) e far passare i due progetti come soluzione al problema dei licenziamenti, quando le cifre proposte sono assolutamente ridicole rispetto sia al numero di lavoratori a casa sia rispetto al costo sociale imposto dalla piattaforma e dall'ampliamento della centrale, troppo superiori ai benefici (praticamente nulli) che porterebbero.

Poi far passare queste iniziative come organizzate da soggetti sempre diversi, per far sembrare che ci sia un gran consenso dietro agli scempi che si vuole realizzare. In realtà, se si va a vedere, la realizzazione di questi due "fuffa" (chiamarli "progetti" vien male) interessa all'alta imprenditoria, né più né meno, e a fare da spalla troviamo le solite quattro organizzazioni, tutte facenti parte della stessa cricca di interessi: Autorità Portuale, PD, CGIL e Amministrazione Comunale di Savona (che ovviamente è governata dal PD e dalla CGIL) come la Regione.

Infine tentare di scavalcare la cittadinanza prima facendo passare (come ad esempio nel caso che si legge sopra) il progetto della Piattaforma Maersk come "parte di un piano voluto dallo stato" quando è assolutamente il contrario, ed è voluto dalla Maersk - multinazionale danese - e da Autorità Portuale); poi  rivolgendosi direttamente a Roma, chiedendo aiuto ad un Governo tecnico, NON eletto ma imposto, composto da banchieri e squali dell'economia mondiale, che oggi si permette senza nessuna autorità di cambiare addirittura la Costituzione, uccidendo il lavoro ed i diritti.

L'unica consolazione è che malgrado l'affondo compiuto in quest'ultimo anno soprattutto, il risultato non è cambiato. Più di dieci anni che ci provano.... eppur non si muove..

Matteo Loschi

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