Politica - 20 aprile 2012, 08:26

Una lettera a Profumo

Insegnante precario albenganese scrive al Ministro

Il Ministro all'Istruzione savonese Produmo

Il Ministro all'Istruzione savonese Produmo

Onorevole Ministro Profumo,

leggo che è nato a Savona. Poiché sono nato, vivo e lavoro nell’entroterra di Albenga, mi illudo di sentirla vicino, e le scrivo questa lettera.

Anni fa scrissi al Ministro Gelmini, e il suo silenzio, in effetti, mi deluse. All’epoca avevo ancora fiducia nella politica e nei politici. Oggi sono molto più cinico, e ascolto allibito il Presidente della Repubblica invitare i giovani ad appassionarsi alla politica guardando ai luminosi esempi che la nostra storia ha prodotto.

Esempi, me lo consenta, di un passato lontano, e noi giovani, raramente guardiamo al passato. E’ nel presente che viviamo, è di futuro che abbiamo voglia. Anche in Italia... Incredibilmente, anche in provincia di Savona.

Sono un insegnante precario, uno dei tanti che, probabilmente, l’hanno contattata in questi mesi, per sensibilizzarla al nostro problema.

Glie lo riassumo: a breve partirà il TFA e, a quanto ne so, anche gli insegnanti con più di 360 giorni di servizio dovranno sostenere lo stesso esame di ammissione dei giovani neolaureati. Pare, tra l’altro, che questo esame si terrà durante o subito dopo gli scrutini e gli Esami di Stato.

Trovo scorretto che il Ministero della Pubblica Istruzione abbia usato le mie competenze e capacità per anni, un po’ per l’educazione musicale, un po’ per il sostegno, una volta anche per l’esame di maturità in un Liceo Artistico, senza riconoscere il valore di ciò che ho fatto. Trovo scorretto che un insegnante di terza fascia debba vivere nell’incertezza per anni a fronte di un servizio indispensabile e altamente qualificato.

E’ davvero così difficile riconoscerci l’accesso al TFA senza dover passare per i test di ammissione? Davvero le capacità e le competenze costruite in tutti questi anni da molti docenti come me, non contano nulla? davvero il Ministero ritiene sensato rinunciare a persone professionalmente formate e competenti?

E non stiamo neppure chiedendo l’abilitazione. Siamo disposti a frequentare un corso, mettendoci in gioco nell’esame finale, proprio perché consapevoli che non si finisce mai di imparare, e che la nostra professionalità può e deve arricchirsi.

Assieme a tanti altri docenti precari chiedo a gran voce, da mesi, a politici, (e giornalisti, sindacati...), di interessarsi a questo problema. Poche le risposte e le disponibilità trovate... D’altronde... di politici stiamo parlando, cosa dovremmo mai aspettarci? Un po’ lo capisco... hanno altro a cui pensare: la crisi, il finanziamento ai partiti... Peccato che dimentichino una cosa: la crisi vengono vanno e torneranno, i ladri ci saranno sempre, ma un buon insegnante segna la vita di centinaia di persone, coltiva valori, insegna ad affrontare le crisi, e che rubare non è una soluzione...

Onorevole Ministro, non ho più fiducia nella politica, e scrivo a lei in quanto tecnico. Lo faccio perché voglio dire, a gran voce, che il Governo di cui Lei fa parte e il Parlamento potranno rubarmi il presente e il futuro, potranno impedirmi di realizzare il sogno di diventare insegnante, potranno decidere di rinunciare alle abilità che ho acquisito in anni di precariato, MA MAI, E IN NESSUN MODO, POTRANNO TOGLIERMI LA PROFONDA PASSIONE PER LA RELAZIONE EDUCATIVA, PER L’INSEGNAMENTO E IL MONDO DELLA SCUOLA.

Se domattina si accorgerà di aver bisogno di insegnanti motivati, provi a cercarli in quelle scuole che non potrebbero andare avanti senza la loro precaria ma appassionata professionalità. Si accorgerà che queste scuole sono davvero tante....

 

Luca Mazzara, insegnante precario

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