- 10 aprile 2012, 16:06

L’arsenale del Cardinale

Non se ne avrà a male il neonominato Cardinal Domenico Calcagno per questa nota. O almeno così ci auguriamo; viceversa ci sarebbe da correre ai ripari. E alla svelta, visto che Sua Eccellenza risultava (risulta) intestatario di un nutrito arsenale di armi da fuoco. Vere

L’arsenale del Cardinale

Fucili e pistole, alcuni storici, ma in ottima forma come lo Schmidt - Rubin in dotazione all’esercito svizzero fino al 1950, o il moschetto FAET Carcano, o il temibile Nagant russo (CCCP) un'arma datata ma potentissima, letale ad oltre un km di distanza.

Non mancano pezzi più moderni come un’italianissima doppietta sovrapposta di gran marca (Gamba, cal. 12)

e un Breda Argus semiautomatico a canna singola (sotto)

e sempre per stare sull’affidabile calibro 12mm, anche un moderno fucile turco Hatsan modello “Escort” dall’aspetto vagamente più minaccioso.

Letale sulle lunghe distanze la carabina statunitense Reminghton 7400, anch’essa dall’aspetto poco rassicurante.



Non manca un classico dei pistoloni a tamburo come la Smith & Wesson 19, in calibro 357 magnum. Una cannonata.



Poi nel 2006 Monsignor Calcagno dev’essersi stufato di alcuni pezzi, e vende.

Vende uno dei vecchi fucili, ma anche un fucile Franchi cal 12 e una pistola semiautomatica Beretta calibro 7,65 (un sempreverde). L’acquirente? Un altro ecclesiastico: Don Giulio Grosso nativo di Bergeggi.

Mons. Calcagno rimpingua però la collezione / arsenale con uno storico fucile Gitti in calibro 20, un revolver tedesco Arminius calibro 38 con 50 colpi.

Davvero senza offesa non riusciamo ad immaginarlo un Cardinale in una simile Santa Barbara.

La messa non è mai stata tanto in sicurezza, e l’importante è andare in pace.

Ma... se vuoi la pace devi preparar la guerra? Va a saperlo.

 

mpm

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