E’ terminata nella tarda serata di ieri la riunione tra le Organizzazioni Sindacali rappresentative del personale della Polizia di Stato, della Polizia Penitenziaria, del Corpo Forestale, dei Vigili del Fuoco e delle rappresentanze militari di Carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito ed Aeronautica. All’ordine del giorno valutazioni sullo schema di regolamento per l’accesso al trattamento previdenziale degli operatori del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico.
Schema giudicato unanimemente molto negativo e addirittura peggiorativo della proposta che fece scendere in piazza, il 13 marzo scorso, le Organizzazioni Sindacali dei Corpi di polizia ad ordinamento civile ( Polizia di Stato, polizia Penitenziari, Corpo Forestale) e dei Vigili del Fuoco. Durante la riunione di ieri sono emersi con estrema nettezza sentimenti di rabbia e frustrazione per il voltafaccia del Governo Monti che da un lato definisce “cuore dello stato” il Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico e dall’altro nulla fa per tutelarne la specificità. Così come- sottolinea il Segretario della UIL Penitenziari - la mancata convocazione annunciata dai Ministri Fornero, Severino, Cancellieri e Di Paola ha alimentato la sfiducia di poliziotti, militari e vigili del fuoco nei confronto del Governo. Non a caso le parole più ricorrenti, pronunciate nel corso dei numerosissimi interventi anche dai vari rappresentanti del COCER Carabinieri-Esercito-Marina e Guardia di Finanza, sono state mobilitazione e proteste eclatanti .
Per queste ragioni l’assemblea ha deciso di investire direttamente i leader dei partiti che sostengono l’attuale governo. Le Organizzazioni Sindacali ed i COCER chiedono ad Alfano, Bersani e Casini di essere ricevuti e di confrontarsi su uno schema di regolamento che penalizza fortemente il personale del Comparto e che finirà per generare irreparabili problemi di efficienza all’apparato della sicurezza nazionale. Prevedere l’omologazione delle Forze di Polizia, delle Forze Armate e dei Vigili del Fuoco al personale del pubblico impiego non solo ne disconosce la specificità, quanto ignora le tensioni, i rischi e lo stress psico-fisico a cui questi lavoratori sono sottoposti nel corso della loro esperienza lavorativa.
Per questo è forte la determinazione di portare in piazza il disagio e la rabbia di poliziotti, militari e vigili del fuoco. Ne abbiano piena coscienza Alfano, Bersani e Casini, che forse non hanno ben compreso, al pari del premier Monti e dei suoi ministri, quanta siano profondi e radicati i sentimenti di insoddisfazione e di indignazione che attraversano il personale. E’ giunta – conclude SARNO - l’ora di verificare se i loro impegni e i loro proclami di vicinanza agli operatori della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico siano intenzioni concrete piuttosto che mere parole.