La protesta si è resa inevitabile anche perché l’associazione datoriale del settore Assofarm, dopo quasi un anno di trattativa durante il quale ha tentato di ottenere la cancellazione dei diritti e delle tutele acquisiti attraverso la contrattazione, ha imposto un congelamento del negoziato, senza offrire alcuna garanzia sull’esito finale dello stesso. Aumentare la flessibilità dell’orario di lavoro, diminuire le maggiorazioni per il lavoro straordinario, incrementare la possibilità di attivare forme di lavoro precario, definire un aumento salariale ben inferiore all’inflazione, sono solo alcune delle rivendicazioni di parte datoriale a cui il sindacato si è opposto.
“Se passasse una tale impostazione, infatti, assisteremmo ad una generalizzata deprofessionalizzazione del personale che si tradurrebbe per gli utenti in un peggioramento generalizzato del servizio - hanno dichiarato Rosetta Raso, Cristian Sesena e Antonio Vargiu, i segretari nazionali Fisascat Cisl, Filcams Cgil e UIltucs Uil che seguono il settore - La farmacia non può divenire un supermercato. in farmacia si acquista di più di un farmaco: si ricevono suggerimenti, consigli, assistenza e questo ruolo sociale è in capo alle lavoratrici e ai lavoratori che svolgono la loro professione in farmacia”.
Per i tre sindacati inoltre anche i recenti interventi governativi in materia di liberalizzazioni, assieme alla ulteriore stretta che le Finanziarie che si sono succedute negli ultimi anni hanno effettuato sui bilanci dei Comuni, concorrono a rendere non agevole il rinnovo del Contratto nazionale di Lavoro.
“In un contesto così complesso abbiamo assunto un atteggiamento di grande responsabilità, che ad oggi, però, pare non essere bastato – hanno proseguito Raso, Sesena e Vargiu - Ciò non ha minato la nostra ferma convinzione che rinnovare il contratto del settore sia uno strumento prioritario per impedire che il servizio pubblico della dispensazione del farmaco scompaia, assieme alla sua storica distintività”.
Lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori delle Farmacie Comunali, si articolerà anche con dei presidi che si svolgeranno davanti le sedi dei Comuni con lo scopo di sensibilizzare l’Anci, l'associazione nazionale dei Comuni Italiani, ad intervenire per la ripresa del negoziato. I servizi minimi essenziali saranno garantiti nel rispetto delle leggi e dei contratti.