"Ci ha incuriosito, ha mosso il nostro interesse, la pronta reazione di molti al nostro comunicato pubblicato da alcune testate giornalistiche, nei giorni di lunedì 26 e martedì 27 marzo. Torniamo a scrivere, per porre l'accento su un aspetto che, nel dibattito di questi giorni, è rimasto pressochè marginale, e che noi, invece, avevamo sottolineato con forza, a fronte delle reali problematiche.
Il nostro precedente scritto, era, nella sua totalità, imperniato sul fatto dell'assenza di un vero rinnovamento tra le fila dei componenti della società politica cairese; siamo giovani, e, anche noi, vorremmo, come i nostri coetanei cairesi, che fosse proprio un nostro coetaneo a rappresentarci nei luoghi istituzionali. E' dunque, indispensabile un rinnovamento: non possiamo continuare a pensare (e vivere, poichè "cogito, ergo sum"), o meglio, vagare, in quella logica che vede come "giovani", quei trentacinquenni che possiedono già una loro professione, una famiglia, e che quindi, ribandendo il concetto, già fortemente espresso nei giorni precedenti, non potranno mai veramente perorare le cause dei più giovani, o quanto meno, non potranno farlo come lo farebbe un giovane: è evidente la grande voragine che intercorre tra gli interessi dei ventenni e quelli dei trentacinquenni.
Tutto questo non proviene (e ci preme evidenziarlo marcatamente) da un'idea anarchica di governo di soli giovani, affinchè essi prendano in mano le situazioni e le risolvano a loro modo: èevidente che non possiedano i mezzi, le capacità, l'esperienza per farlo; potrebbero, tuttavia, essere "guidati", seguiti, perchè sia principiato davvero, un ormai essenziale ricambio generazionale, già a partire dalle campagne elettorali, inserendo tra la lista dei nomi, almeno un candidato in cui le nuove generazione, che per la prima volta (e non) si accostano al voto, possano identificarsi".