Attualità - 16 marzo 2012, 08:40

SEL Savona: inevitabile il ricorso al TAR contro una delibera regionale che definimmo un'occasione persa

"La conclusione logica, che nessuno ha voluto evitare, è giunta alla fine di un lungo itinerario caratterizzato da incomprensioni, forzature, errori, sottovalutazioni"

SEL Savona: inevitabile il ricorso al TAR contro una delibera regionale che definimmo un'occasione persa

"Il ricorso al Tar dei comuni di Vado Ligure e Quiliano avverso la delibera regionale che, nei fatti, autorizza l'ampliamento della centrale a carbone è emblematica di come gli errori e la scelta del non ascolto abbiano ricadute gravi e negative sui territori, le amministrazioni, i cittadini coinvolti.

Da tempo, e con forza, avevamo proposto l'azzeramento delle reciproche posizioni di scontro, per creare le condizioni per individuare un percorso condiviso tra i vari soggetti coinvolti.

Si è preferito proseguire sulla strada del ritenere “l'altro” un nemico e un diverso da sé, facendo finta di non scorgere i pericoli insiti in questa politica del muro contro muro che ha provocato un grave scontro istituzionale tra comuni, provincia, regione, e governo nazionale.

Ed oggi ci troviamo di fronte ad un fatto storico / strategico: si è scelto d’invertire una tendenza e s’accetta per la prima volta, da quando la Centrale è stata realizzata, la volontà e l’impostazione, da sempre sostenute nelle diverse fasi storiche e politiche di questi anni, dai diversi Ministeri dell’Industria dei diversi Governi e dai diversi proprietari / gestori di Centrale che si sono succeduti, di arrivare alla costruzione di nuovi gruppi e nuovi potenziamenti a carbone della Centrale Vado L. / Quiliano.

Questo è il dato di rilevanza politico accettato e condiviso: la strategicità del potenziamento della combustione a carbone della centrale come modello di sviluppo e di prospettiva di questa comunità e di questo territorio. Questo modello è accettato in un contesto di un Paese, come l’Italia, che da oltre 30 anni non possiede un Piano Energetico Nazionale in grado di programmare azione coordinate nell’ambito della produzione, del risparmio, dello sviluppo delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica e della compatibilità ambientale e sanitaria; questo in una situazione di liberalizzazione della produzione e di privatizzazione del modello gestionale e all’interno di una crisi economica, occupazionale ed ambientale.

Sono imprevedibili le ricadute occupazionali di questo atto, a nostro modo di vedere inevitabile il ricorso, contro una delibera regionale che, a suo tempo, avevamo definito un'occasione persa.

Ma certo la pretesa di dare comunque l'avvio ai lavori di ampliamento della centrale a carbone, con alla base soltanto generici impegni, non verificabili a priori, di migliorie nelle emissioni, non poteva che rappresentare un atto di sfida verso chi riteneva, e ritiene, supportato da studi, analisi, autorevoli pareri, l'utilizzo del carbone nella produzione di energia anacronistico e pericoloso.

Il ricorso è l'estrema arma contro un concetto di democrazia che non condividiamo.

Non si può pretendere, in nome di una pretesa produttività e redditività, di andare contro le convinzioni di una comunità e dei suoi rappresentanti.

Come SEL riteniamo che, su queste vicende (siano esse l'ampliamento di una centrale, o un'autostrada o un treno ad alta velocità), l'unica strada percorribile sia quella che abbiamo definito politica dell'ascolto.

Non ci possono essere contraddizioni tra lavoro e salute, tra tutela ambientale ed economia e produttività. Occorre dire basta alle contrapposizioni tra chi, giustamente, rivendica il diritto ad un lavoro e chi, altrettanto giustamente, vuole, per sé, la propria famiglia, i propri discendenti, vivere in un ambiente salubre e non devastato.

Esempi anche in altri paesi, dimostrano che questo è possibile.

Il superamento di questi conflitti passa attraverso un sistema, in grado di interpretarli e di riconnetterlitramite un percorso di assunzione di responsabilità, chiaro e trasparente, dove i territori e le Amministrazioni che li rappresentano siano referenti e protagonisti di intese finali raggiunte. E’ necessaria una complessiva volontà di uscire da uno schema, drogato dal limite dell’emergenza, della parzialità e dalla mancanza di programmazione, che volutamente ha predeterminato una contrapposizione antagonista tra occupazione, ambiente e sviluppo imprenditoriale.

Il progetto culturale e politico per cui SEL è nato e sul quale sta cercando di lavorare è quello della costruzione di un nuovo centro / sinistra a livello locale e nazionale che è sicuramente diverso da quello proposto e attuato nella gestione di questa problematica. Siamo consapevoli della necessità di costruire nuove occasioni di lavoro e nuove occasioni di rilancio economico produttivo allo scopo di evitare che l’ineludibile rispetto della salute si traduca in povertà e disoccupazione, dando così anche risposte alle esigenze, giustamente poste dal sindacato, di tutela dei posti di lavoro.”

Com. Coordinamento provinciale di SEL Savona

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