Eventi - 17 febbraio 2012, 08:16

Canti alpini a Merana

L'esibizione alle ore 21 nella Chiesa Parrocchiale di Merana

Canti alpini a Merana

A Merana il 18 febbraio alle ore 21 nella Chiesa Parrocchiale di Merana si terrà il Concerto del Coro Acqua ciara monferrina (Coro Sezionale dell'Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Acqui Terme) Diretto dal Maestro Mauro Carini.
Canti che oggi diventano preghiera e tramandano la memoria di chi ha sacrificato la propria vita in guerra, per consentire la costituzione di una Nazione italiana libera e civile.

Il Coro acquese eseguirà:

GRAN DIO DEL CIELO, una preghiera a nostro Signore di ritornare a salutare la persona amata, un ricordo dei tempi felici quando era possibile un appuntamento al pozzo, e una triste realtà: imbraccia il fucile, il nemico è alla frontiera e aspetta.

L’AVE MARIA, la preghiera alla mamma di noi tutti.

SIGNORE DELLE CIME, una preghiera a nostro Signore affinché accolga nel paradiso e tra le montagne che tanto ha amato un amico caro, morto sotto una slavina, appena uscito dal rifugio e dopo aver fatto pochi passi…

SUL CAPPELLO CHE NOI PORTIAMO, chi conosce gli Alpini, anche superficialmente, si rende conto dell’attaccamento profondo al proprio cappello e alla sua inconfondibile penna nera, vero e proprio vessillo di coraggio, lealtà e servizio al Reggimento e alla Patria. E’stato scritto che, per un Alpino, il cappello è tutto: può essere usato come improvvisata gavetta ma anche come icona della propria religiosità o dell’amore per la famiglia, incidendovi sopra invocazioni alla mamma terrena o celeste. L’importante è essere fieri di portarlo.  

L’ULTIMA NOTTE DEGLI ALPINI, era la notte bianca di Natale ed era l’ultima notte degli Alpini… comincia così il canto che ricorda la tragedia di Russia nella seconda guerra mondiale. Cantate piano non li disturbate, ora dormono il sonno dei bambini. Lì, distesi sulla neve, ora sono finalmente in pace, nulla delle umane traversie più li tocca.  Chi è ancora vivo cammina, cammina, la guerra è lontana, la casa è vicina.

Nel corpo degli Alpini troviamo numerosi canti di guerra: molti parlano delle battaglie, altri sono un inno all'Italia o al valore alpino; molti, però sono veramente toccanti, mettendo in risalto gli aspetti più crudi della guerra: la morte del capitano, il dolore dei soldati, la crudeltà degli imperatori e quasi sempre la morte di tanti soldati: "tutti giovani sui vent'anni".

La forza di un canto, nato spesso durante una trepidante vigilia di un assalto o dopo un cruento scontro, che forse meglio di un saggio, un diario e persino di una fredda e tagliente statistica ufficiale, riesce a superare le barriere del tempo e a testimoniare ad imperitura memoria ciò che accadde quasi un secolo fa.

Nel corpo degli Alpini anche chi portava le stellette, era solito condividere i rischi delle cannonate, dei congelamenti in alta quota, accompagnandosi col soldato semplice nel precario isolamento che dona la guerra tra rocce e ghiacciai.

IL TESTAMENTO DEL CAPITANO, immaginate il capitano della compagnia che, in procinto di morire, chiama a sé i suoi Alpini perché raccolgano il suo struggente e accorato testamento. Il suo corpo dovrà essere tagliato in 5 pezzi,tanti sono i destinatari che a lui stanno a cuore (la Patria, il Battaglione, la mamma, la bella, le montagne) Questo canto risale addirittura al 1528 e si riferisce al testamento del marchese Antonio di Saluzzo, morto in combattimento. Nel 1888 compare tradotto in piemontese in una raccolta di canti e, da lì, troverà ampia diffusione, specie tra gli alpini della
prima guerra mondiale.

Attraverso inni patriottici cantati in trincea e durante le marce di spostamento il soldato superava o almeno in parte leniva le angustie di una guerra lunga e massacrante, come MONTE CANINO, “Un lungo treno che andava al confine”, in particolare, è diretto al Monte Canin, massima elevazione nelle Alpi Giulie.

La fame e la sete si fanno sentire ma non c’è modo né tempo per fermarsi.
Il treno, il cui sferragliare è reso dal ritmo del canto, deve arrivare alla meta.
Canti legati ai luoghi di battaglia come, “SUL PONTE DI PERATI” nella Campagna di Grecia: durissima estenuante, resa difficile dalle precipitazioni abbondanti che rendevano i sentieri impraticabili sia in estate che in inverno. I muli, unici mezzi di trasporto, sprofondavano nel fango e il compito dei loro conducenti era al limite dell’impossibile. C’era un Ponte, al confine tra Grecia e Albania: fu l’ultimo baluardo, difeso valorosamente, fino alla morte, dai nostri soldati italiani, in particolare gli Alpini.

LA TRADOTTA Località geografiche: Torino, Milano, il Piave, San Donà, Nerveza. Un triste inventario : “Siam partiti in ventinove ora in sette siam tornati qua”. Un treno, una tradotta militare, carica di vite sospese. LA MONTANARA, lassù per le montagne tra boschi e valli d’or… la montanara si sente cantare. Un canto che tutti conosciamo che racconta una della tante leggende di montagna.

Tra i testi intonati dagli alpini un misto di romanticismo e tristezza, per l’esistenza precaria imposta dal conflitto, alla quale si contrapponeva l’amore per le valli e le vette, stupenda e naturale coreografia idonea alle interpretazioni dei cori.

BENIA CALASTORIA, il canto di Beniamino che ritorna al suo paese dopo un lungo periodo d’assenza per la guerra o forse per il lavoro lontano. Ha una storia da raccontare, ma rivedere i luoghi a lui cari e radicati profondamente nel cuore, gli fa solo assaporare il momento del ritorno alla sua valle, alla sua contrada, ai suoi monti…

NA VOLTA GH’ERA C’era una volta… è la storia di un mondo di cui si ha perso quasi del tutto la conoscenza: una vecchia del paese fa notizia per i suoi denti traballanti, l’orgoglio campanilista di italiani che parlano in italiano fino a Bolzano,  quella ragazza con la gobba… tientela tu che nessun la vuole.  
La Monferrina è un canto piemontese che inneggia alle ragazze di paese, considerandole migliori delle cittadine nel ballare appunto la Monferrina, tipica tarantella del basso Piemonte.

Tabacchin-a: è il canto di un innamorato che – disperato – deve accontentare richieste di vestiario costose, ma molto costose della donna amata.

La serata “Alpina” contribuirà alla raccolta fondi per il restauro della Chiesa Parrocchiale di Merana e al termine del Concerto buffet.

com.

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