La futura Palestra Comunale in area ex-Arcos rischia la non collaudabilità perchè il Comune non applica la Legge n. 717/49e il relativo D.M. 23 marzo 2006, recanti norme per l'arte negli edifici pubblici".
Ecco di seguito il testo dell'interrogazione:
Premesso che la legge del 29 luglio 1949 n. 717, cosiddetta “del 2% per l’arte
negli edifici pubblici" , stabilisce il principio che le Amministrazioni dello Stato, anche con ordinamento autonomo, nonché tutti gli enti pubblici che provvedano all’esecuzione di nuove costruzioni di edifici ed alla ricostruzione di essi debbano destinare una quota non inferiore al 2% dell’impegno di spesa complessiva per la
costruzione, per la realizzazione di opere d’arte.
Nel 2006, è stato pubblicato il D.M. del 23/03/2006 "Linee guida per l’applicazione della legge n.717/1949 recante norme per l’arte negli edifici pubblici" e Il Consiglio dei Ministri del 19 novembre 2008 ha approvato in via definitiva il "Disegno di legge quadro sulla qualità architettonica".
Il provvedimento prevede tra l’altro l’obbligo delle amministrazioni pubbliche di destinare il 2% della spesa all’inserimento di opere d’arte in nuovi edifici di importo superiore a un milione di euro e un piano triennale per la qualità architettonica.
L’applicazione della legge del 29 luglio 1949 n. 717 e sue modificazioni è quindi di estrema attualità: politica, amministrativa e culturale, soprattutto per un Comune come il nostro che è una piccola città d’arte, il cui territorio è costellato di fabbriche e laboratori ceramici, circoli e gallerie d’arte, oltre ad essere un museo diffuso all’aperto, una delle patrie più importanti dell’arte ceramica.
Considerato che il miglioramento della qualita' dell'edilizia pubblica attraverso l'apporto dell'intervento artistico e la promozione di quest'ultimo costituiscono finalita' preminenti della normativa in materia di arte negli edifici pubblici ed appaiono di viva attualità.
Considerato altresì che, nel Piano di Riqualificazione dell’area ex-Arcos è a progetto la realizzazione di una Palestra Comunale con Auditorium di mq 2755 per un costo complessivo superiore ai 2 milioni di euro, da realizzarsi a carico del costruttore privato attraverso lo scomputo degli oneri di urbanizzazione dovuti al Comune;
Perchè allora rinunciare ad applicare una legge dello Stato che potrebbe dare nuovo vigore al sodalizio fra le arti e l'architettura, concretamente favorendo la produzione di arte contemporanea, ed il perseguimento di obiettivi e valori da preservare ed incrementare,insomma se tale occasione non viene colta da Albissola Marina, quale altra realtà potrebbe farlo meglio?
Abbiamo una legge, abbiamo un’opera pubblica da realizzare definita in tutte le convenzioni e Accordi di Programma come tale e opera di interesse generale;
Abbiamo un costruttore privato che deve realizzare per conto del Comune l’edificio pubblico tramite scomputo d’oneri (quindi con soldi che invece di essere versati direttamente nelle casse comunali sono utilizzati dall’imprenditore per costruire direttamente l’opera comunale);
Abbiamo ceramiche ed artisti;
Abbiamo una città d’arte;
Abbiamo insomma tutti i requisiti richiesti dalla legge manca solo la volontà o la capacita’ politica di applicarla!Perche’ non cogliamo l’occasione, oltretutto senza costi aggiuntivi per il comune che di questi tempi non e’ cosa secondaria, per realizzare un’edificio pubblico che diventi uno dei simboli dell’arte albissolese?
Egregio Sig. Sindaco è a conoscenza del fatto che questa legge precisa che il responsabile del procedimento, nel redigere il quadro economico dell'intervento, dovrà accantonare la quota del 2% dell'importo effettivo dei lavori, al netto dell'Iva e dei costi per la sicurezza, per la realizzazione o l'acquisto di opere d'arte, pena la non collaudabilità dei lavori fino al versamento della quota, maggiorata al 5% alla soprintendenza competente?
Per motivare la non applicazione della l. 717/49, temo che non basti la giustificazione del Sindaco che con nota del 29 dicembre 2011 prot. n. 304 mi risponde sostanzialmente che tale legge non sarebbe applicabile alla palestra ex-Arcos, in quanto detta nuova costruzione non sarebbe da considerare come opera pubblica eseguita direttamente dall'Ente con procedura di appalto, ma che si tratta bensì di opera a scomputo di oneri di urbanizzazione eseguita direttamente dal privato.
La considerazione del Sindaco è a mio giudizio errata sia per ratio che per diritto in quanto:
anche la Corte di Giustizia delle Comunità europee, sez. VI, con la sentenza del 12.07.2001 in causa C-399/98, richiamata dalla Consulta nella sent. n. 129/2006,
sembrerebbe chiarire che qualora il privato titolare del permesso di costruire realizzi direttamente le opere di urbanizzazione primaria e secondaria a scomputo totale o parziale degli oneri da corrispondere alla pubblica amministrazione, a titolo di contributo alle spese sostenute dalla collettività per la trasformazione del territorio, egli diviene a tutti gli effetti organo indiretto della P.A. e pertanto deve uniformarsi alle norme in tema di appalti di opere pubbliche in ossequio ai principi dell’evidenza pubblica.
A seguito dello scomputo, pertanto, l’assunzione delle opere di urbanizzazione da parte del privato titolare del permesso di costruire, in luogo dell’Amministrazione che sarebbe altrimenti tenuta alla realizzazione di tali opere, si traduce in una corrispondente decurtazione del relativo contributo dovuto dal privato nei confronti dell’Amministrazione medesima e, per tale via, fa sì che la realizzazione delle opere di urbanizzazione, anche quando assunte dal privato, avvenga sempre a carico anche delle finanze pubbliche, sia pur in quel modo indiretto risultante dallo scomputo degli oneri di urbanizzazione sostenuti dal privato dal contributo per permesso di costruire dovuto nei confronti dell’Amministrazione.
In considerazione di tale meccanismo, l’assunzione delle opere di urbanizzazione da parte di privati a scomputo del contributo da essi dovuto per il permesso di costruire sembrerebbe essere stata annoverata, prima nell’interpretazione comunitaria e poi nella legislazione nazionale (per l’appunto con i richiamati art. 32, comma 1 lett. g), e 122, comma 8, Codice dei contratti), tra i lavori pubblici, come tali soggetti agli obblighi di evidenza pubblica.
Intanto mentre il Sindaco si è affrettato a liquidare troppo semplicisticamente l’argomento da me sollevato, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria, ha invece trasmesso per competenza la mia interrogazione alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, ricordando contestualmente che con il Decreto Ministeriale del 23 marzo 2006 sono state approvate le “linee guida per l’applicazione della L. 717/1949 recante norme per l’arte negli edifici pubblici.
Appare evidente a mio giudizio che secondo la Direzione BCP Liguria, a differenza del Sindaco, la mia richiesta di applicare la legge in argomento sulla Palestra comunale ex-Arcos, è senz’altro meritevole di maggior considerazione e approfondimento, rispetto invece alla troppo frettolosa e semplicistica e secondo me errata, motivazione di diniego sindacale.