"Signori, la nocività delle centrali a carbone è nota da tempo.
Emettono Cromo, Nickel, Arsenico, Berillio, Idrocarburi, Nitriti, Nitrati, Cadmio, Mercurio, Piombo, polveri fini ed ultra fini. Ma anche particelle radioattive, tanto che l’ENEA ha dichiarato che una centrale a carbone puo’ essere peggio di una atomica.
Causano una miriade di malattie che colpiscono quasi ogni parte del corpo umano: leucemie, tumori a polmoni, naso, laringe, pelle, seno, apparato digerente, esofago, vescica, fegato, reni, cervello.
Danneggiano anche il feto nelle donne incinte, rubando il dritto alla salute di una vita che sta ancora nascendo.
Enormi i danni all’ecosistema: piogge acide, effetto serra, moria delle foreste, ecc.
La centrale di Vado non fa eccezione rispetto ad impianti analoghi. Si calcola che ogni anno emetta qualcosa come 5 milioni di tonnellate di CO2 (gas serra), piu’di 5000 tonnellate di ossido di zolfo e 4000 di ossidi di azoto (entrambi responsabili delle piogge acide), 6500 tonnellate di polveri sottili (cancerogene). A peggiorare le cose, una storia gestionale inquietante.
Possiamo citare vari tentativi (alcuni riusciti) di smaltire le ceneri della centrale, tossiche e radioattive, in Piemonte.
- A Cavallermaggiore furono spedite per realizzare una strada e fondamenta di capannoni. Quando i locali compresero con cosa avevano a che fare, tombarono tutto con uno strato di cemento.
- Altri tentativi di “smistare” le ceneri furono fatti ad Alessandria, Niella Tanaro, in Val Bormida, ed in vari torrenti. Pare che la centrale abbia bruciato, oltre al carbone, un po’ di tutto: dagli pneumatici usurati Pirelli, all’immondizia di Milano. In pratica, come un maxi inceneritore, con probabile emissione anche di diossine.
Gli effetti sono gravissimi, sia sull’ambiente che sulle persone. Da Bergeggi ad Albissola sono scomparsi tutti i licheni (vegetali bioindicatori), per l’ eccessivo inquinamento.
Nel fondo marino davanti al torrente Quiliano vi sono metalli pesanti, arsenico, idrocarburi, in concentrazioni anche 150 volte superiori al limite di legge. E’ vero che altre aziende operano sul territorio, e potrebbero avere parte di responsabilità, ma i veleni si trovano proprio nel punto in cui scarica la centrale di Vado ... soltanto una coincidenza?
I medici denunciano che in zona moltissimi bambini soffrono di asma, allergie, problemi respiratori, malattie della pelle, danni all’apparato muscolare ,ma anche riduzione delle facoltà intellettive ed autismo.
Numerose le morti premature di bambini, ragazzi, adolescenti e giovani per malattie riconducibili all’inquinamento. La mortalità per tumore risulta abnorme risetto alla media nazionale. Ogni anno in Italia il cancro polmonare colpisce 54 persone ogni 100 mila. A Vado Ligure ne uccide 112, oltre il doppio!
L’inquinamento raggiunge anche gli altri comuni della Riviera: se in Italia si ammalano di tumore 7 donne ogni 100 mila, a Noli ne muoiono ben 36: sei volte di più!
Si ritiene che la centrale di Vado sia responsabile della morte prematura di quasi 4000 persone: lavoratori, padri di famiglia, giovani donne, mamme con figli piccoli, ragazzi, bambini: tutti innocenti che, in un ambiente normale, avrebbero continuato a vivere!
Siamo di fronte ad una catastrofe ambientale e sociale, paragonabile al dramma dell’amianto di Casale Monferrato. Chiediamo se chi ha il Potere intende intervenire, oppure tra qualche anno assisteremo ad un maxiprocesso simile a quello di Casale, con imputati di omicidio e strage?
Esiste un rimedio ? Certo: anziché bruciare carbone, usare metano, molto più ecologico. Ma convertire gli impianti costa, e poi il metano è più caro, quindi all’azienda non conviene. Che fa allora l’azienda? Come mostra un filmato di “Savonanews”, installa sistemi che rendono invisibili i fumi delle ciminiere, così che la gente non si spaventi troppo. In pratica, anziché affrontare il problema, lo nasconde!
Non basta: ora Tirreno Power vuole ampliarsi... sempre a carbone. Dice che costruirà nuovi impianti e cambierà quelli vecchi, riducendo l’inquinamento. Invece, secondo serie valutazioni, l’ampliamento aumenterà ancora l’inquinamento. Oggi gli effetti negativi si avvertono in un raggio di circa 48 km, dopo l’ampliamento potranno estendersi, sconfinando probabilmente anche in regioni vicine (Piemonte).
Significherebbe altre centinaia di morti, ma anche compromettere per sempre l’agricoltura e il turismo.
E’ proprio in questa fase che può e devono, ripetiamo DEVONO, intervenire le Pubbliche Amministrazioni. Regione, Provincia, Stato ne hanno la possibilità, la legge è dalla loro parte. Gli impianti della centrale sono vecchi e non adeguati alle norme Europee antinquinamento, ci si può appellare a questo per ordinarne il fermo.
Del resto, la Liguria produce molta più energia di quanta ne consumi, non rischierebbe certo il blackout! Quanto alla difesa dei posti di lavoro, non si chiede di chiudere la centrale, ma solo di cambiare combustibile. Cittadini, associazioni , Ordine dei medici, lo chiedono da tempo, ma inutilmente.
La Provincia, guidata dal PDL, è favorevole a questo progetto devastante!
Il Partito Democratico sembrava distinguersi: in occasione delle elezioni regionali fece una grande campagna contro il carbone.
Peccato che vinte le elezioni... anziché fermare il carbone, gli Amministratori si siano accontentati di imporre qualche limitazione! (che giudichiamo assolutamente insufficienti).
Il Segretario provinciale del PD savonese, Livio Di Tullio, addirittura giudica positiva l’intesa con Tirreno Power , che rinnoverà gli impianti, altrimenti ci saremmo dovuti tenere quelli vecchi, più inquinanti. Detta cosi’,sembrerebbe che sia Tirreno Power a comandare e dettare le regole!
A questo punto esigiamo delle spiegazioni.
Vogliamo sapere dai vertici del PD perché non hanno preteso da Tirreno Power la conversione a metano. Vogliamo sapere come giustificano una campagna elettorale di opposizione al carbone, seguita dall’approvazione del carbone ad elezioni vinte.
Sono stati traditi gli elettori che hanno votato un programma, mai rispettato. Soprattutto, avrebbero dovuto prevalere la difesa della vita dei cittadini, (bambini e nuove generazioni incluse) .
A qualunque costo.
Temiamo che l’ampliamento dei gruppi a carbone possa avere ricadute negative anche su territori vicini, quali il Piemonte: l’inquinamento non si ferma certo davanti ai confini regionali!
I Piemontesi non hanno dimenticato la tragedia dell’ACNA di Cengio, sita in Liguria ma che ha massacrato il basso Piemonte. Per questo, noi informeremo Associazioni, cittadini e Autorità Piemontesi di quanto sta accadendo, perché possano far sentire la loro voce.
Chiediamo agli Amministratori ed ai vertici locali del PD di tornare sulle loro posizioni pre- elettorali ed imporre lo stop all’uso del carbone e la riconversione a metano. La gravità di quanto accaduto è tale che, in mancanza di risposte positive, dovremo consigliare a loro di dimettersi.
ANPANA Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente Sezione Provinciale di Savona, unitamente alla Sezione Provinciale di Alessandria.
La lettera originale è consultabile QUI
A.N.P.A.N.A - Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente
Ente O.N.L.U.S.
PROTEZIONE CIVILE E AMBIENTALE - GUARDIE ECOZOOFILE
SEZIONE TERRITORIALE PROVINCIALE DI SAVONA
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