Politica - 23 gennaio 2012, 13:02

False residenze: la riflessione di Sinistra Alassina su ICI ed IMU

Sinistra Alassina denuncia la grave situazione di illegalità che ha causato una perdita di almeno 3 milioni di euro per le casse comunali e che è in grado di inquinare pesantemente la vita amministrativa della città

False residenze: la riflessione di Sinistra Alassina su ICI ed IMU

A breve anche l'amministrazione alassina dovrà mettere mano alle aliquote IMU, l'imposta sugli immobili che si avvia al triennio “sperimentale” con dodici mesi di anticipo in seguito alla cosiddetta manovra Salva Italia. Gli esborsi a carico dei cittadini saranno considerevoli, alla luce delle novità introdotte, tra cui il ritorno alla tassazione dell'abitazione principale e la maggiorazione del sessanta per cento del valore degli immobili abitativi e commerciali. I Comuni dovranno rispettare l'equilibrio di bilancio anche quando vorranno applicare i pochi correttivi possibili sulla tassazione dell'abitazione principale e quindi non pare credibile che questa via possa essere percorsa agevolmente.

Ma la vera situazione anomala e scandalosa, ad Alassio come in tantissimi altri comuni, è quella rappresentata dalle finte residenze che ieri permettevano di evadere totalmente l'ICI sull'abitazione principale e domani perpetueranno lo stesso meccanismo perverso che consentirà di accedere alle aliquote ridotte e alle agevolazioni pur non avendone titolo. La nostra città, additata come capoluogo ligure delle seconde case, ne risente in maniera pesante. Infatti crediamo di non essere lontani dalla verità quando indichiamo in un migliaio il numero degli alloggi che fruiscono illegalmente di questa situazione, con un'evasione ICI di oltre 500mila euro l'anno, che potrebbe salire a 800mila e più con l'IMU.

A fronte di una troppo facile – burocraticamente parlando – concessione della residenza, c'è una altrettanto troppo complicata procedura per riportare la situazione nei binari della legalità.

La situazione che denunciamo oggi è a conoscenza di tutti ed ha almeno tre risvolti negativi per la città.

Il primo è l'evasione dell'imposta: non siamo fautori delle tasse a tutti i costi, ma quando ci sono è un dovere civico pagarle. Se ieri il falso residente evadeva l'ICI, domani pagherà meno IMU. Ed è anche evidente che tra costoro non ci sono solo lombardi o piemontesi, ma anche molti nostri concittadini.

Un ulteriore illecito è costituito dal fatto che molti degli appartamenti fittiziamente occupati entrano nel mercato nero degli affitti stagionali, con altro danno per le casse erariali.

Il terzo aspetto negativo, da non sottovalutare, è rappresentato dal fatto che chi risiede ad Alassio vota per le elezioni comunali ad Alassio, pur non vivendoci che pochi giorni all'anno, ed è in grado di inquinare la vita amministrativa della città, condizionando il risultato di un'elezione. Consideriamo che a maggio lo scarto tra la lista vincente e quella sconfitta è stato di poco più di trecento voti: se non ci fossero state in contemporanea le elezioni in moltissimi altri comuni e se il clima nel Nord Italia fosse stato favorevole ad una gita turistico-elettorale probabilmente non avremmo cambiato il colore dell'amministrazione. Affermiamo questo in base all'analisi del numero dei votanti, diminuito in valori assoluti e percentuali rispetto alle precedenti consultazioni nonostante fossero presenti diverse liste che hanno riportato nelle cabine molti elettori che erano soliti non votare.

Chiediamo pertanto con forza che l'amministrazione guidata dal sindaco Avogadro, oltre a calibrare attentamente le aliquote, si attivi per mettere in azione tutti gli strumenti tecnici e giuridici atti a superare questa situazione e provveda a recuperare, assieme alle somme evase, anche quella legalità di cui i cittadini che fanno il proprio dovere hanno bisogno. Gli uffici comunali hanno a disposizione diversi sistemi per ricondurre sotto lo stesso tetto mogli, mariti e figli, a iniziare dall'articolo 143 del Codice Civile con cui i coniugi si obbligano alla coabitazione, o le diverse sentenze delle Corti di Cassazione che stabiliscono cosa si intenda per “dimora abituale” secondo la legge. La stessa legge istitutiva dell'IMU viene incontro a questa esigenza, visto che a differenza dell'ICI si riferisce esplicitamente all'abitazione principale come quella in cui il possessore ha la residenza e in cui, contemporaneamente, dimora abitualmente assieme ai suoi familiari.

Siamo convinti che un'azione di revisione capillare delle residenze concesse a partire da quando l'aliquota sulla prima casa è stata abbassata sia possibile. E, se il recupero avverrà, auspichiamo anche che le nuove somme riscosse possano in futuro consentire uno sgravio consistente dell'IMU per coloro che nella propria casa ci abitano veramente.

Jan Casella consigliere comunale di Sinistra Alassina

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