Attualità - 21 gennaio 2012, 10:46

Legambiente presenta Mal’aria 2012

E’ emergenza smog nelle città italiane. Fuori legge per pm10 il 67% dei capoluoghi di provincia monitorati. “Necessarie serie politiche di mobilità sostenibile. Seguire l’esempio dell’Area C milanese”

Legambiente presenta Mal’aria 2012

Al via il week-end di mobilitazione per il diritto alla salute

La qualità dell’aria delle città italiane è pessima e continua a peggiorare. Lo confermano i dati del dossier Mal’aria, lo studio annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico. I principali imputati sono le polveri sottili: nel 2011, il 67% dei capoluoghi di provincia monitorati non ha rispettato il limite consentito di superamenti della soglia di PM10, un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Torino, Milano e Verona sono in testa con 158, 131 e 130 superamenti registrati nella centralina peggiore di ognuna delle tre città. Crescono, inoltre, le dimensioni degli sforamenti. Ed è una vera e propria emergenza, perché il particolato emesso dagli scarichi delle autovetture, dagli impianti di riscaldamento e dai processi industriali, sono sostanze altamente dannose per la salute umana per la loro capacità di penetrare in profondità nell’apparato respiratorio. Ecco perché contro smog e traffico, per rivendicare il diritto alla salute, prende il via oggi il week-end di mobilitazione di Legambiente lungo la penisola: banchetti informativi, flash mob, incontri con le amministrazioni e i cittadini per discutere proposte sui problemi piccoli e grandi legati alla mobilità in città.

Nel 2011, secondo la classifica di Legambiente “PM10 ti tengo d’occhio”, sulle 82 città monitorate, 55 hanno esaurito i 35 superamenti all’anno del limite di legge giornaliero per la protezione umana del PM10 (50 µg/m3). In particolare l’area della pianura Padana rimane la zona più critica. Tutti i capoluoghi lombardi hanno superato il “bonus” dei 35 giorni, in Piemonte si salva solo Verbania, in Veneto Belluno, Cesena in Emilia Romagna e Gorizia in Friuli Venezia Giulia.

A saltare all’occhio, però, oltre al numero di città che non rispettano i limiti, sono i giorni di sforamento e il loro pauroso aumento da un anno all’altro. Ben 13 città hanno registrato oltre 100 superamenti del limite di protezione della salute umana e 29 hanno superato di due volte il limite annuale dei 35 giorni fuorilegge. Se, per ipotesi, si potessero esaurire in anticipo i 35 superamenti consentiti ogni anno, Torino avrebbe già esaurito il bonus per i prossimi tre anni e mezzo, Milano e Verona per due anni e otto mesi, Alessandria e Monza per i prossimi 2 anni e mezzo. Rispetto al 2010, in alcune città la situazione è peggiorata in modo drammatico: Cremona ha registrato quasi tre mesi in più di aria irrespirabile, Verona due mesi in più, Treviso 50 giorni, e numeri allarmanti si leggono anche per Milano (44 giorni in più), Terni (42), Cagliari e Vercelli (entrambe hanno registrato un aumento di 38 giorni).

E se diminuiscono le città che hanno superato più di 25 volte il valore giornaliero dell’ozono, sono 18 quelle in cui gli sforamenti sono stati più del doppio di quelli concessi. Addirittura il triplo a Lecco, Mantova e Novara. È in leggera crescita anche il numero di città che non rispettano i limiti del biossido di azoto.

Le cause dell’inquinamento atmosferico sono chiare e conosciute da tempo. Analizzando il dettaglio cittadino delle fonti di emissione, si vede come il contributo del traffico veicolare sia rilevante per le polveri fini (come a Roma, Milano, Palermo e Aosta) e ancora di più per gli ossidi di azoto. Un’altra fonte sempre più influente in città è quella dei riscaldamenti, che in alcuni casi supera anche il contributo delle automobili, come ad esempio a Bolzano, Trento, Cagliari. E scendendo nel dettaglio delle emissioni che provengono dalle diverse categorie di veicoli, sono sempre le automobili le peggiori “inquinatrici”, e sebbene sul mercato compaiano modelli di auto sempre più efficienti e alcuni progressi siano stati fatti sulla riduzione degli inquinanti che escono dai tubi di scappamento, non vanno sottovalutate quelle 9mila tonnellate di polveri a livello nazionale che derivano dall’usura degli pneumatici, dei freni e del manto stradale, che in buona parte finiscono nei nostri polmoni.

“Al traffico – commenta Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente - si risponde troppo spesso con interventi occasionali di emergenza, come blocchi del traffico o targhe alterne, che possono servire a qualcosa solo se programmati in modo continuo nel tempo e associati a provvedimenti quali il pedaggio urbano. L’Area C recentemente introdotta a Milano è, ad esempio, un’iniziativa che va in questa direzione e che si dimostrerà tanto più efficace quanto più convincerà i milanesi a usare maggiormente i mezzi pubblici e la bicicletta. Sarebbe auspicabile integrarla con misure su zone più estese. Il tutto, poi, va coordinato a livello nazionale da un Piano di risanamento della qualità dell’aria, che ancora si fa attendere, e al quale si devono associare altre misure come quelle sul riscaldamento che in molte città contribuisce in maniera sostanziale all’aumento dell’inquinamento dell’aria. La soluzione è possibile, richiede però più coraggio da parte degli amministratori e più responsabilità da parte dei cittadini”.

Per limitare le auto in città servono, insomma, serie politiche di mobilità sostenibile e di potenziamento del trasporto pubblico locale, ma si deve pensare più seriamente anche al modo di ridurre il flusso del traffico pendolare in entrata nelle città. Sono circa 11milioni le persone che ogni giorno si spostano per recarsi al lavoro o ai luoghi di studio, e di questi solo 2,8milioni scelgono il treno. Le pessime condizioni del servizio ferroviario e dei treni sono continuamente peggiorate dai continui tagli delle risorse e dei collegamenti, le difficoltà di muoversi in città una volta usciti dalla stazione, rendono il treno poco appetibile come mezzo di trasporto. Eppure aumentare di mille unità i treni in circolazione o investire a lungo termine per portare i passeggeri ad almeno 4 milioni, porterebbe benefici non solo alla qualità della vita, ridurrebbe le congestioni da traffico, e comporterebbe un risparmio di emissioni in atmosfera stimate da Legambiente in una riduzione dal 3,3% al 5,5% di PM10.

PM10 ti tengo d’occhio– superamenti del limite medio giornaliero di protezione della salute umana (50 µg/m3) nei capoluoghi di provincia nel 2011, rispetto alla centralina peggiore. Superamenti consentiti in un anno: 35

Città capoluogo

Centralina peggiore

Superamenti

1

Torino

Grassi

158

2

Milano

Senato

131

3

Verona

Borgo Milano

130

4

Alessandria

D'Annunzio

125

5

Monza

via Machiavelli

121

6

Asti

Baussano

117

7

Brescia

Villaggio Sereno

113

8

Vicenza

Quartiere Italia

112

9

Cremona

via Fatebenefratelli

109

10

Frosinone*

Scalo

108

11

Mantova

via Ariosto

108

12

Pavia

Piazza Minerva

103

13

Treviso

Via Lancieri di Novara

102

14

Bergamo

Via Garibaldi

98

15

Rovigo

Centro

98

16

Lodi

Viale Vignati

96

17

Cagliari

Piazza Sant'Avendrace

94

18

Padova

Mandria

94

19

Parma

Montebello

93

20

Venezia

Parco Bissuola

91

21

Modena

Via Nonantola

90

22

Vercelli

Campo CONI

90

23

Ancona

Via Bocconi

88

24

Reggio nell'Emilia

Timavo

86

25

Novara

Roma

84

26

Piacenza

Giordani-Farnese

81

27

Biella

Lamarmora

77

28

Rimini

Abete

74

29

Como

Viale Cattaneo

76

30

Ferrara

Via Bellonci

72

31

Varese

via Copelli

69

32

Bologna

Porta San Felice

69

33

Roma

Tiburtina

69

34

Pescara

Viale Bovio

69

35

Ravenna

Caorle

68

36

Terni

Le Grazie

68

37

Lecco

Via Amendola

64

38

Palermo

Di Blasi

63

39

Napoli

Oss. Astronomico

62

40

Firenze

Mosse

59

41

Benevento

Osp. Civili Riuniti

58

42

Macerata

Via Vittoria

54

43

Avellino

Ospedale Moscati

48

44

Forlì

Roma

48

45

Pordenone

Centro

47

46

Taranto

Via Machiavelli

45

47

Trento

via Bolzano

45

48

Pisa

Borghetto

44

49

Sondrio

via Mazzini

44

50

Udine

P.le Osoppo

44

51

Perugia

Ponte San Giovanni

43

52

Prato

Roma

43

53

Trieste

Via Carpineto

43

54

Pesaro

via Scarpellini

39

Fonte: elaborazione Legambiente su dati Arpa, Comuni, Province, Regioni

La classifica, che Legambiente stila dal 2006, elenca i capoluoghi di provincia in base al numero dei giorni di superamento del PM10 della centralina peggiore presente sul territorio urbano (a prescindere dal tipo di centralina) per numero di superamenti, raccogliendo i dati disponibili e diffusi sui siti delle Arpa Regionali. Si è scelto questo criterio per il confronto tra le città in quanto le Regioni scelgono modalità diverse nella comunicazione dei dati.

Com. Ufficio Stampa Legambiente

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